Il Gup di Napoli ha assolto dall’accusa di omicidio con l’aggravante mafiosa l’esponente di vertice dei Casalesi, Francesco Schiavone alias “Cicciariello”, cugino del capoclan omonimo Francesco Schiavone conosciuto come “Sandokan”. In sede di requisitoria, il pm della Dda partenopea Graziella Arlomede aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato. Il delitto per cui Cicciariello era finito sotto processo, è quello dell’imprenditore ed ex assessore del comune di San Nicola la Strada, Vincenzo Feola, ucciso in un agguato nel 1992 in viale Carlo III, per il quale in passato sono stati già condannati altri mandanti ed esecutori, come il capoclan Francesco Bidognetti. Per l’accusa, sostenuta dalla dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Nicola Panaro e Cipriano D’Alessandro – entrambi condannati a 12 anni per questo delitto – Schiavone sarebbe stato tra i mandanti dell’agguato mortale, deciso perché Feola avrebbe deciso di uscire dal Cedic, il consorzio del cemento creato dall’ex fondatore del Casalesi Antonio Bardellino e a cui tutti i costruttori dovevano aderire e rifornirsi. Il legale dell’imputato, Pasquale Diana, ha invece sostenuto che Cicciariello non avrebbe fornito alcun contributo morale al delitto, e che il fatto era avvenuto fuori alla sua area di competenza. Da qualche anno il boss ha deciso di dissociarsi dal clan, ovvero di prenderne le distanze, senza però collaborare con la giustizia.
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