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Napoli, i sindacati vogliono le grandi opere

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“Nella sola area metropolitana di Napoli, ci sono 2 miliardi e 600 milioni di opere bloccate, che sono importanti per la crescita della citta’ e dell’occupazione. Per questo e’ necessario sbloccare i cantieri. Per questo il giorno 15 marzo le categorie delle costruzioni scioperano a Roma e da Napoli una numerosa delegazione di lavoratori contribuira’ al successo di questa iniziativa”. I segretari generali di Cgil Cisl Uil di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati, nel corso di un volantinaggio a piazza Trieste e Trento, hanno illustrato questa mattina ai giornalisti le ragioni della mobilitazione che interessera’ venerdi’ 15 marzo gli addetti dell’edilizia. “Bisogna sbloccare i cantieri – hanno spiegato Schiavella, Tipaldi e Sgambati – di tutte le grandi opere pubbliche in sospeso. Nel Napoletano abbiamo tantissimi edili disoccupati. I soldi ci sono, ma la gente resta comunque senza lavoro. Abbiamo decine e decine di imprese che sono sull’orlo del fallimento, tante altre fallite ad altrettante che ormai stanno esaurendo ogni possibilita’ di ammortizzatori sociali”. “Se non riparte questo comparto – hanno aggiunto i tre segretari – resta bloccata anche l’economia dell’area metropolitana di Napoli. Ecco perche’ far ripartire le opere serve alle imprese e serve ai lavoratori. Fermare le opere pubbliche significa fermare la possibilita’ di crescita di un territorio. Senza infrastrutture non c’e’ sviluppo, soprattutto nel Mezzogiorno, che ha carenze gravi sotto questo punto di vista”. Secondo il dossier approntato dal sindacato e distribuito ai giornalisti, nel corso degli ultimi dieci anni in edilizia si sono persi 12.447 posti di lavoro, con una flessione pari al 36%. Le grandi opere attualmente bloccate potrebbero generare una occupazione di almeno 17mila addetti.


Articolo pubblicato il giorno 11 Marzo 2019 - 15:14
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