“Totò con i 4” di Ciro Borrelli e Domenico Livigni, volume della collana dedicata al Cinema della linea SERIE ORO ideata e diretta dalla giornalista Anita Curci, in collaborazione con la casa editrice Apeiron. Con le introduzioni di Borrelli, Mauro Macario, Andrea Jelardi e Ennio Bìspuri il libro (pp. 284, euro 15), corredato di foto inedite appartenenti alla collezione privata di Livigni, ci racconta il personaggio Totò in un modo nuovo e avvincente. Chi non conosce Totò? A chi non è nota la travolgente bravura e la vulcanica comicità? Ma il vero principe de Curtis, non quello scanzonato e scoppiettante del set, bensì quello solitario e scontroso della dimensione privata, quanti possono dire di conoscerlo? E, soprattutto, è possibile ricostruire la reale immagine dell’artista, spogliata delle finzioni imposte dal mestiere? Ci hanno provato Ciro Borrelli e Domenico Livigni, entrambi napoletani per origine e per passione. Come? Con uno studio accurato, condito con una bella manciata di fantasia. Sì, perché qui Totò emerge dai ricordi di quattro suoi amici e colleghi. Borrelli ne scrive attraverso un’intervista a Peppino De Filippo, rilasciata a conclusione di uno spettacolo teatrale, ma anche mediante un colloquio tra Nino Taranto e un bambino, nello scenario del Bosco di Capodimonte a Napoli. Nella stessa direzione si muove Livigni, ma in modo diverso: a lui il compito di immergere il lettore in una commossa rievocazione del principe ad opera di Macario, còlto nel momento in cui riceve la notizia della scomparsa dell’amico, ma anche di emozionarlo attraverso le parole di Aldo Fabrizi, i cui ricordi riaffiorano nitidi in occasione di una passeggiata romana.
Il titolo del libro si ispira al film che i cinque artisti girarono insieme nel 1963, diretti da Steno, Totò contro i 4.
In questa appassionata rievocazione del poliedrico Totò, gli autori, Borrelli e Livigni, ci calano in commoventi elucubrazioni scaturite dalla frequentazione dell’artista napoletano con i quattro colleghi-amici, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto ed Erminio Macario, attraverso racconti e ricordi che tracciano un quadro di arte e di vita dei cinque personaggi preso da un’angolazione nuova che si lascia leggere con agevolezza.
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