M5S, Gal: “CDA senza interessi di parte per gestire fondi europei”
“Sui conflitti di interesse nei cosiddetti Gruppi di azione locale (Gal), partenariati pubblico-privati che vantano corsie preferenziali per l’accesso a fondi europei Psr 2014-2020, è ora di fare chiarezza”, così i portavoce Movimento 5 stelle, la deputata Teresa Manzo e l’eurodeputato Piernicola Pedicini e il Consigliere regionale Michele Cammarano – intervengono su una vicenda che il M5S sta denunciando da tempo. “Abbiamo inviato un esposto all’Anac – annuncia Teresa Manzo – proprio per il forte rischio che ingenti fondi di denaro pubblico possano essere conferiti senza che gli enti intermedi di programmazione abbiano tutti i requisiti. Un’incongruenza che – secondo quanto disposto dal decreto legislativo 39/2013 – comporta il rischio di far perdere finanziamenti a enti e associazioni e cittadini che hanno presentato progetti”. I Gal sono dei gruppi costituiti da soggetti pubblici e privati, favoriti dall’Unione europea nell’assegnazione di fondi, perché si ritiene che si tratti di soggetti inseriti all’interno di una strategia territoriale, più rappresentativi delle istanze del territorio rispetto a singole aziende, enti o associazioni. Per evitare che si creino conflitti di interesse, il decreto 39/2013 stabiliva che tutti i componenti dei Cda dei Gal devono dichiararsi estranei a conflitti di interesse.
A questo proposito chiediamo all’ANAC – continua Cammarano – di esprimersi sull’ammissibile che il presidente di un Gal sia un sindaco di un comune associato allo stesso, perché potenziale beneficiario dei finanziamenti europei. Se ciò non bastasse, si aggiunga che stando a quanto emerge dagli organigramma dei 14 Gal della Campania, molti presidenti o componenti dei Cda non hanno prodotto ad oggi alcuna dichiarazione di inconferibilità. “I fondi europei – commenta Pedicini – sono fondamentali per sviluppare progetti strategici per i territori, ma è importante evitare che si creino conflitti di interessi che possano agevolare alcune iniziative, piuttosto che altre, solo perché nei Cda ci sono specifici portatori di interesse”. “Il nostro fine – concludo Pedicini, Manzo e Cammarno – resta quello di garantire che tutte le progettualità vengano considerate in maniera oggettiva e rigorosa, nell’interesse di tutti i cittadini. E’ importante agire subito e avere la certezza che i Cda di enti in controllo pubblico non rappresentino interessi di parte”.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2019 - 20:11