“Che De Luca abbia sempre scelto i direttori della sanità campana senza alcun criterio oggettivo e trasparente, valorizzando la fedeltà politica invece del merito e della competenza, era risaputo molto prima della sua deposizione in un’aula di tribunale. Così come è noto che si sia sempre circondato di gente esperta nell’applicazione di metodi clientelari, a partire da Nello Mastursi, già capo della sua segreteria, condannato per aver promesso la nomina a dirigente sanitario al marito della giudice relatore dell’applicazione della Severino nei confronti del suo mentore. Quello che ha omesso di dire ai giudici è che, dopo aver cambiato la legge sulle nomine dei manager sanitari, affidandole alla sua più assoluta discrezionalità, ha anche consentito che incarichi di direttori ospedalieri e di primari, affidati in maniera fiduciaria e che sarebbero dovuti durare 6 mesi nell’attesa dell’espletamento dei concorsi, venissero invece prorogati per anni, come recenti inchieste giornalistiche hanno dimostrato, garantendosi così il controllo assoluto della sanità. Abbiamo avviato una ricognizione sulla vasta platea di incarichi fiduciari illegittimamente prorogati e proprio oggi abbiamo ricevuto la risposta del commissario Asl Napoli 1 Verdoliva che ammette che trattasi di un “fenomeno diffuso”. Appena avremo i dati di tutte le Asl e ospedali, presenteremo un esposto in Procura perché si metta fine a questa vergogna campana. Nel frattempo, ad oggi sono in carica dirigenti spesso persino privi di requisiti, che restano in sella sulla base di un patto di fiducia ben remunerato e messo nero su bianco nel primo atto da commissario di De Luca, datato agosto 2017, con il quale ha fatto lievitare in maniera spropositata gli stipendi di tutti i manager delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali. Per premiarli del loro fallimento”. Lo dichiara la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Trasparenza Valeria Ciarambino.
“Con i suoi illuminati manager, il governatore ha perfezionato il processo di affossamento, inaugurato da Caldoro, della sanità regionale. A una qualità dell’assistenza ai minimi storici e all’incapacità di programmare interventi infrastrutturali, non riuscendo a spendere neppure un terzo del budget previsto dal piano straordinario di edilizia ospedaliera, si aggiungono oggi numeri implacabili. Sulla base della simulazione del Ministero della Salute sul nuovo modello di valutazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, la Campania è drammaticamente il fanalino di coda nel Paese. Ultimi in assoluto per medicina del territorio dove alla totale assenza di un piano, il governatore risponde con la chiusura e lo smantellamento di tutti i presidi territoriali, come i Psaut di Gragnano e Pollena, unici filtri per evitare di intasare i Pronto soccorso che esplodono. Nella regione che De Luca vuole fuori dal commissariamento mentre gli ultimi dati ufficiali ci danno penultimi in Italia appena sopra la Calabria, col nuovo metodo di valutazione dei Lea ci ritroveremo nuovamente ultimi per non aver guadagnato la sufficienza in nessun ambito, dall’assistenza ospedaliera, a quella territoriale alla prevenzione”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2019 - 21:23