“Ancora una volta nella nostra regione si riciclano solo le parole. Abbiamo perso tempo, diciamo anni. Mentre aumentavo i comuni ricicloni, la differenziata cresceva non si sono costruiti gli impianti di compostaggio necessari. Gli Ato continuano a stare al palo e sui territori, molte volte a ragione, in alcuni casi di meno, si diffondono le sollevazione contro la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto. E la solita manutenzione programmata, come quella dell’inceneritore di Acerra, diventa invece frutto del destino cinico e baro contro il ciclo integrato dei rifiuti campani e la soluzione diventa realizzazione di un’altra linea. Alla Campania non servono nuovi linee , nuovi inceneritori e discariche, ma infrastrutture a servizio della raccolta differenziata, a partire dalla frazione organica con impianti industriali di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di biometano. Questi impianti sono anni che dovevano essere realizzati, ora sembra proprio che il tempo è scaduto: vanno realizzati bene, con processi partecipativi che coinvolgano le popolazioni locali, ma vanno fatti. La Regione e le amministrazioni comunali su questo devono mettersi in gioco, seguendo il piano regionale dei rifiuti nel rispetto dei ruoli e delle funzioni a loro assegnati, accompagnando i processi, coordinando le iniziative e mettendo in campo strumenti efficaci per la loro realizzazione. Rimandare ancora questi processi è solo un manna per coloro che ogni volta propongono di bruciare i rifiuti mentre l’Europa punta su economia circolare e riciclo di qualità.” In una nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania sulla vicenda rifiuti e ipotesi quarta linea inceneritore di Acerra.
Articolo pubblicato il giorno 28 Marzo 2019 - 14:40