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Killer di Budrio: ergastolo per Igor il Russo, risarcimento per i familiari delle vittime

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Bologna. E’ stato condannato all’ergastolo Norbert Feher alias Igor il russo, il 38enne serbo imputato per i due omicidi commessi a Budrio e Portomaggiore in provincia di Ferrara, due anni fa. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato dal gup di Bologna, Alberto Ziroldi. E’ stata così accolta la richiesta dell’accusa che aveva chiesto il massimo della pena per Igor, omicida reo confesso del barista Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri. Fabbri fu ucciso nel suo locale di Riccardina di Budrio in provincia di Bologna, il primo aprile 2017. Sette giorni dopo, Verri era impegnato in un servizio di pattuglia anti-bracconaggio, a Portomaggiore nel Ferrarese, quando fu vittima di un agguato mortale. ‘Igor’ era collegato in videoconferenza dalla Spagna, dove era stato arrestato il 15 dicembre 2017 e dove è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Saragozza: alla lettura della sentenza è rimasto impassibile e immobile. In aula era presente per la prima volta Maria Sirica, vedova di Fabbri. C’erano anche i figli di Verri, Francesca ed Emanuele e l’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, rimasto gravemente ferito nell’agguato in cui perse la vita Verri. Undici i capi di imputazione contestati a Igor il russo: oltre ai due omicidi dell’aprile 2017, il tentato omicidio dell’agente di polizia provinciale, Marco Ravaglia, ed altri reati tra cui rapina a mano armata, furto, porto abusivo di armi e ricettazione. Feher fu arrestato il 15 dicembre 2017 a Teruel, in Aragona, al termine di una lunga latitanza e dopo aver ucciso ad El Ventorillo un allevatore e due agenti della guardia civile. La carriera criminale del ‘lupo solitario’ era finita in Spagna al termine di una sanguinosa sparatoria, ma in Italia l’uomo era stato a lungo ricercato. Una caccia all’uomo durata alcuni mesi, nei quali erano stati impegnati nella zona rossa tra Bologna e Ferrara diversi uomini dei reparti speciali dei carabinieri intenti a setacciare il territorio tra casolari e acquitrini, ma non fu trovata nessuna traccia dell’uomo se non bivacchi.
“Doveva andare così. La nostra battaglia prosegue. Andiamo avanti perché è doveroso nei confronti di nostro padre, è un primo passo”: lo ha detto Francesca Verri, figlia della guardia ecologica Valerio, una delle due vittime italiane di Igor il Russo.
“La signora Marianna Sirica è sollevata e soddisfatta della sentenza” ha detto l’avvocato Giorgio Bacchelli che ha assistito nel processo la vedova del barista Davide Fabbri. “Mi ha detto che è una gioia da poco – prosegue – perché comunque il marito è morto”. “E’ una sentenza che ci aspettavamo – spiega Bacchelli – il processo ha turbato la mia cliente, soprattutto l’arringa dell’avvocato difensore che ha cercato in tutti i modi di sgravare la posizione di Feher, ma era un’impresa disperata”. “Abbiamo ottenuto un risarcimento danni di poco meno di 500mila per la vedova di Fabbri e 300mila euro per il padre Franco, ma tanto sono soldi che i miei clienti non vedranno mai perché certo Feher non sarà in grado di corrisponderli” sottolinea. L’avvocato Bacchelli aveva chiesto un risarcimento danni di 1 milione di euro per la vedova Sirica e 500mila euro per il padre di Fabbri.
Ammonta, invece, a quasi 1,7 milioni di euro il risarcimento disposto dal gup di Bologna, Alberto Ziroldi, a favore delle parti civili. Il killer serbo è stato condannato a risarcire la vedova e il padre di Fabbri con, rispettivamente, 497mila e 300mila euro. Danni per 400mila euro ciascuno sono stati riconosciuti a Francesca ed Emanuele Verri, figli di Valerio. La moglie della guardia volontaria dovrà essere risarcita con 50mila euro. Infine, un danno di 30mila euro è stato riconosciuto alla Provincia di Ferrara e di 20mila euro al Servizio di vigilanza ambientale di Legambiente. Marco Ravaglia, invece, l’agente di polizia provinciale ferito gravemente da Feher, mentre era in servizio con Verri, sarà liquidato in separato giudizio: il giudice ha respinto la richiesta di provvisionale immediatamente esecutiva.
Il volontario Valerio Verri, l’8 aprile 2017, “non doveva essere lì”, di pattuglia nella zona frequentata da Igor il russo, “e non doveva essere esposto ai rischi a cui è stato esposto”. Lo ha detto l’avvocato che assiste i familiari della seconda vittima di Igor il russo, Fabio Anselmo, secondo cui “è sbagliato dire che è stato vittima del dovere: è un cittadino che è stato esposto a un rischio a cui non doveva essere esposto. Abbiamo già fatto ricorso a Strasburgo ed è stato ritenuto ammissibile quindi abbiamo avuto gia’ un bel primo successo. Questa sentenza avvalora la nostra tesi”. Anselmo, commentando la sentenza, ha infatti fatto notare come per l’omicidio Verri il giudice, che ha condannato Feher all’ergastolo, “ha escluso l’aggravante, per quanto riguarda l’omicidio della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria. Non è un provvedimento sfavorevole ma che va verso la verità”.



Articolo pubblicato il giorno 25 Marzo 2019 - 19:51


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