Intervento di chirurgia plastica, è morta dopo tre giorni la 38enne di Monza: i familiari donano gli organi

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Monza. E’ morta dopo tre giorni di agonia, la 38enne di Desio che tre giorni fa era andata in coma durante un intervento di chirurgia plastica. I familiari hanno espresso la volontà di donare gli organi. Il chirurgo che l’ha trattata, Maurizio Cananzi, titolare dell’omonimo studio a Seregno, nelle prossime ore sarà probabilmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il suo studio è stato immediatamente sequestrato dai carabinieri e sarà ora esaminato dai militari del Nas di Milano. Per comprendere cosa sia accaduto, se un improvviso shock anafilattico o un errore umano dovuto a errate dosi o utilizzo di farmaci da parte del chirurgo, sarà necessario attendere l’autopsia. Non solo, saranno necessarie anche perizie tecniche, per ricostruire quali sostanze e in che quantità hanno provocato il collasso della 38enne impiegata di Desio. A quanto emerso finora, ma le indagini sono solo alle prime battute, il chirurgo ha dichiarato che era solo quando la donna è entrata nella sua sala operatoria, il 5 marzo scorso. Un metro e sessanta per quaranta chilogrammi di peso, già sottopostasi ad altri interventi chirurgici, la 38enne qualche giorno prima dell’intervento era andata dal dentista, dove forse avrebbe subito un’altra piccola anestesia. Quando si è sentita male, secondo una prima ricostruzione, il chirurgo ha chiamato il 112 chiedendo ausilio ai soccorritori del 118 che, una volta all’interno dello studio in un una palazzina del comune brianzolo, hanno trovato la donna già in arresto cardiaco. Le terapie neuroprotettive effettuate, ha reso noto il San Gerardo, in particolare l’ipotermia terapeutica, non sono state sufficienti a frenare l’evoluzione del danno cerebrale iniziato al momento dell’arresto cardiocircolatorio. Le sue condizioni sono peggiorate nelle ultime 24 ore con un aumento dell’edema cerebrale e la comparsa di lesioni ischemiche diffuse, secondo i medici conseguenza del prolungato arresto circolatorio. L’evoluzione negativa del quadro clinico è stata definita dal collegio medicolegale, che si è riunito questa mattina alle ore 10.35. Sono ancora molti i punti da chiarire rispetto a quanto accaduto, così come permessi, protocolli e utilizzo di farmaci che il professionista, che dal suo profilo Facebook promette di “trovare la strada per esaudire i desideri delle pazienti”, dovrà dimostrare di aver rispettato alla lettera.


Articolo pubblicato il giorno 9 Marzo 2019 - 00:05

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