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Il boss fa il digiuno per protesta contro il carcere duro e il figlio: ‘Perché li trattano come animali?’

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“Li stanno trattando come bestie. Li faranno prima morire? Mio padre è diabetico e non sta mangiando e non sta prendendo medicine. Sono preoccupato per la sua salute”. A parlare è Diego Cimmino, figlio del boss del Vomero, Luigi, detenuto nel carcere di Tolmezzo e che da una settimana insieme con altri 7 detenuti tra cui l’altro boss , Pasqulino Puca detto o’ minorenne, ha indetto lo sciopero della fame. I detenuti protestano perché nonostante siano soggetti destinati in casa lavoro sono invece detenuti al 41 bis. Il 9 gennaio scorso Luigi Cimmino avrebbe terminato la sua condanna a 3 anni e sei mesi di carcere. Cimmino dovrebbe scontare altri due anni di Casa lavoro per fare socialità e lavorare ma è stato ritenuto ancora pericoloso in base ad alcune informative della Dda di Napoli. Lui come gli altri si trova ancora al 41bis e per questo che hanno deciso di fare lo sciopero della fame. Tra l’altro lo stesso Cimmino qualche anno fa di definì “lontano” dalla nuova camorra. Una sorta di dissociazione che gli valse in Appello la riduzione di metà della pena ormai scontata. “Ha pagato la sua pena e le sue colpe perché accanirsi contro di lui?”, spiega ancora il figlio Diego. Che poi dice: “Io mi alzo tutti i giorni per andare a lavorare e non posso sopportare di vedere mio padre spegnersi lentamente. Ma queste persone non dovrebbero essere recuperate? Perché continuano a trattarli come animali? Io non chiedo favori o altro e non dico che mio padre non deve fare gli ultimi due anni di detenzione. Ma almeno che gli sia concesso di accedere alla casa lavoro. Sono disposto a fare anche azioni di protesta clamorose. Ma chiedo che mio padre venga trattato come un detenuto non come un animale”


Articolo pubblicato il giorno 22 Marzo 2019 - 23:04

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