Fine pena mai per Claudio Vitale e Jacomo Nicchetto, i due carabinieri che a marzo del 2015 si trasformarono in rapinatori prima e assassini poi a Ottaviano. La Corte di assise di appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado che era stato pronunciata in un processo che si era svolto con il rito immediato presso il tribunale di Nola. I difensori dei due imputati nel processo di secondoi graddo hanno cercato di far emergere, anache attraverso delle perizie balistiche, che i due si erano difesi perché la vittima e i suoi familiari aavrebbero fatto fuoco contro di loro nel corso dell’inseguimento lungo la Statale del Vesuvio che poi si concluse con la morte di Pasquale Prisco, 28 anni, uno dei titolari del supermercato etè di Ottaviano che avevano rapinato.
Il 25 marzo del 2015, Vitale e Nicchetto, carabinieri in servizio a Chioggia e quel giorno in congedo, fecero irruzione nel supermercato Eté di via Vecchia Sarno, a Ottaviano e si fecero consegnare 1400 euro. Scapparono, vennero inseguiti: alcune auto con una decina di persone a bordo partirono da un altro market, di proprietà dei Prisco, in via Ferrovie dello Stato, a poca distanza dalla strada statale 268. Dentro una di quelle auto c’era Pasquale: incrociò la macchina dei rapinatori proprio all’imbocco della statale, la seguì fino a quando non si verificò un incidente che costrinse i due militari a scendere. Vitale e Nicchetto tirarono fuori la pistola d’ordinanza e spararono all’impazzata: un proiettile colpì al ventre Pasquale, che poi morirà in ospedale. Ma i feriti in totale furono 9 e lo stesso Nicchetto venne colpito ad un gluteo.
Articolo pubblicato il giorno 15 Marzo 2019 - 09:06