La Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato la sentenza della condanna all’ergastolo per mandanti e fiancheggiatori dell’omicidio della vittima innocente della faida di Ercolano, il cantante neomelodico Salvatore Barbaro in arte Savio. Fine pena mai per il boss Natale Dantese (il mandante) e per Michele Sannino, che aiutò il killer Vincenzo Spagnuolo già condannato a 30 anni di carcere in un processo svoltosi con il rito abbreviato e la cui pena è diventata definitiva grazie alla cassazione nei mesi scorsi. Mentre l’altro presunto fiancheggiatore Pasquale Spronello, condannato pure lui all’ergastolo in primo grado è stato invece assolto nel processo di Appello. La Corte di assise di appello di Napoli – III sezione – , in accoglimento delle questioni giuridiche formulate dagli avvocati Dario Vannetiello e Valerio De Maio, ha annullato la condanna all’ergastolo. Spronello era accusato di aver ricoperto il ruolo di specchiettista nella esecuzione della progettata uccisione di Ciro Savino, nell’ambito della faida tra il clan Birra ed il clan Ascione-Papale. La vittima predestinata scampò all’agguato, mentre perse la vita un innocente, Salvio Barbaro. Nel processo di secondo grado, la difesa di Spronello è riuscita ad incrinare la attendibilità delle dichiarazioni rese nel processo dal pentito Raffaele Capasso e dalla pentita Antonella Madonna, con l’effetto di annullare completamente la pesantissima condanna.
Con la stessa decisione i giudici di secondo grado hanno confermato le condanne all’ergastolo inflitte in primo grado agli altri due imputati del delitto, Natale Dantese e Michele Sannino, ad eccezione della esclusione dell’isolamento diurno.
Salvatore Barbaro fu ucciso il 13 novembre del 2009, perché scambiato per un affiliato del clan Birra-Iacomino, con cui il giovane aveva in comune solo l’automobile: una Suzuki Swift di colore grigio. I killer, giunti in via Mare in sella a un motociclo, spararono contro il giovane almeno 11 colpi di pistola di calibro nove. Il ragazzo, colpito alle spalle, terminò la sua corsa contro il muro di contenimento del cantiere di scavo di Villa dei Papiri. Apprezzamento per la sentenza da parte del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto che attraverso la propria pagina facebook scrive: “Anche se non servirà a farlo tornare in vita, la giustizia ha vinto. Alla mamma e ai fratelli di Salvatore va un grande abbraccio per il dolore che da dieci anni si portano dentro e nessuna sentenza potrà sollevarli abbastanza”.
Articolo pubblicato il giorno 14 Marzo 2019 - 15:56 / di Cronache della Campania