Ecco come funzionava il ‘car lifting’: la truffa delle auto di lusso. IL VIDEO
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La Guardia di Finanza di Pordenone e la Polizia Stradale di Udine – Sottosezione di Palmanova, su delega della Procura della Repubblica di Udine, hanno eseguito cinque provvedimenti restrittivi della libertà personale e un sequestro per equivalente per oltre cinque milioni di euro nei confronti di membri di un sodalizio criminale operante, in tutto il territorio nazionale, nella vendita di autoveicoli di pregio di provenienza tedesca (Porsche, Mercedes, Audi, Bmw…..). L’operazione di servizio trae origine da un sequestro per contrabbando doganale, effettuato a Pordenone, di una “ Rolls Royce Phantom II ” intestata ad una società con sede in svizzera; i successivi approfondimenti investigativi consentivano di individuare una struttura organizzata che operava (per il tramite di società con sedi legali fittizie a Roma e Palermo) nella promozione e vendita in tutta Italia di autoveicoli di alta gamma, attraverso noti siti internet specializzati.
Le indagini, durate quasi un biennio e condotte anche tramite intercettazioni telefoniche, hanno permesso di scoprire che siffatte operazioni commerciali erano attuate nella più totale inosservanza degli obblighi tributari, per i quali sono stati quantificati, in quattro anni, ricavi non contabilizzati fiscalmente per oltre 30.572.000 euro (di cui 5.400.000 euro di IVA).
Il meccanismo evasivo vedeva i redditi evasi strumentalmente “allocati” in capo a società “schermo”, esistenti più da un punto di vista formale che imprenditoriale, intestate a “prestanomi”, del tutto incapienti ad eventuali pretese risarcitorie dell’Amministrazione Finanziaria.
Inoltre, anche grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche colluse, la struttura criminale riusciva, presso alcuni uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri, a sottrarsi alle disposizioni di legge cd “antievasive” che non consentono l’immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria (e quindi il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe) senza il preventivo assolvimento degli obblighi di versamento dell’I.V.A.. In tali occasioni le immatricolazioni venivano attuate con modalità truffaldine, mediante la presentazione di documentazione ideologicamente falsa nonché contraffacendo la firma degli ignari soggetti acquirenti.
Per 635 autovetture fraudolentemente immatricolate (avvenute presso gli uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri di Palermo, Roma, Latina e Treviso) è stato disposto, dalla Procura della Repubblica di Udine, il sequestro delle carte di circolazione in relazione ai reati di falsità materiale e ideologica commessa “per induzione” dai Pubblici Ufficiali preposti che avevano erroneamente provveduto al loro rilascio in assenza dei requisiti di legge, sulla scorta della documentazione falsificata esibitagli.
Ancora, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale hanno rilevato ulteriori attività criminose celate nelle operazioni di vendita: gli autoveicoli commercializzati risultavano sistematicamente subire una riduzione del chilometraggio (dal 50% al 70% di quello reale) agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei mezzi; le manomissioni avvenivano presso due autofficine, ubicate a Padova e nella provincia di Treviso, asservite all’associazione criminale.
Non solo, si è altresì accertato, in contesti non episodici, il perfezionamento di operazioni di vendita correlate all’incasso di anticipi e, talvolta, dell’intero corrispettivo (anche per 30/40 mila euro), senza poi provvedere alla consegna dell’auto, sovente avviando plurime trattative per la cessione del medesimo autoveicolo con più acquirenti.
In aggiunta alle evasioni fiscali sono stati, quindi, quantificati ulteriori introiti illeciti per 2.150.000 euro attinenti versamenti corrisposti dagli acquirenti per “vendite” di autoveicoli, invero, mai concluse.
Malgrado le descritte truffe ed evasioni fiscali, le operazioni commerciali dell’organizzazione criminale (canalizzate attraverso noti e importanti siti internet specializzati nell’intermediazione di autoveicoli – risultati del tutto ignari dei reati), godevano, tuttavia, di notevole popolarità ed attrattiva, tenuto conto dei prezzi estremamente competitivi offerti, in quanto motivati sia dalla truffaldina “riduzione” dell’anzianità chilometrica delle auto (che artificiosamente ne elevava il valore economico delle stesse) che dal seriale “risparmio” del versamento dell’IVA dovuta all’Erario.
Risultano stati identificati 835 soggetti acquirenti le autovetture, residenti in svariate Regioni del territorio nazionale (riepilogati nell’accluso prospetto), di cui 128 hanno già prodotto formale querela all’Autorità Giudiziaria per le truffe subite.
Attualmente sono 18 i soggetti, facenti parte della struttura criminosa, indagati dalla Procura della Repubblica di Udine per reati di associazione a delinquere, fiscali, truffa e falso materiale e ideologico.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Udine, sulla scorta delle evidenze investigative, ha emesso provvedimenti di arresto nei confronti di tre soggetti (residenti a Pordenone, Anzio e Nettuno) posizionati ai vertici dell’associazione, mentre nei confronti di ulteriori due, principali gregari del sodalizio, sono stati emessi altrettanti provvedimenti di “obbligo di dimora” nel comune di residenza.
Il predetto Giudice emetteva, inoltre, un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per complessivi euro 5.168.000 euro eseguito su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie degli indagati. Su delega della Procura della Repubblica di Udine sono state condotte perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di ulteriori tredici soggetti coinvolti a vario titolo nell’organizzazione, tra i quali i titolari delle agenzie di pratiche automobilistiche utilizzate per le fraudolente immatricolazioni dei veicoli e delle officine dove gli stessi venivano “schilometrati” prima della vendita.
Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2019 - 16:35 / di Cronache della Campania
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