Si faceva chiamare Annamaria e si mostrava gentile e affabile con le vicine e i commercianti del quartiere. Ma il suo compagno era Marco Di Lauro, il boss ricercato da 14 anni e arrestato sabato in una casa di via Emilio Scaglione tra Chiaiano e Marianella alla periferia a Nord Napoli. Cira Marino, 26 anni, come anticipato due giorni fa dal nostro sito, ora è ufficialmente indagata per favoreggiamento personale aggravato dall’articolo 7 per aver favorito la latitanza del suo compagno e boss Marco Di Lauro. Tra i due non c’è alcun legame scritto e quindi per la legge sono due estranei. Prima di uscire dall’appartamento dove era stata immortalata in una vestaglia rosa accanto a Marco Di Lauro, sabato pomeriggio ha voluto chiedere scusa per aver mentito, a dimostrazione del fatto che era in quella casa da molto tempo, forse un anno. Per non destare sospetti, la giovane donna, faceva anche la domestica a ore e la badante nelle case della zona. Ha legami con la famiglia Tamarisco, i famosi “Nardiello” di Torre Annunziata grandi narcotrafficanti internazionali. L’attività investigativa, intanto, prosegue: si sta cercando Distringere il cerchio intorno ai fiancheggiatori, tra i quali figura anche Salvatore Tamburrino, arrestato, anche lui, sabato scorso, poco prima di Di Lauro, per avere ucciso la moglie. Si sta cercando di appurare la disponibilità finanziaria del boss e anche Di scoprire di più sui covi. L’abitazione di Chiaiano, che dista pochi chilometri dalla “sua” Secondigliano, apparterrebbe a una coppia della cosiddetta “Napoli Bene”. L’arresto di colui che le forze dell’ordine identificano con il nome in codice F4 (così chiamato dalle forze dell’ordine in quanto quarto figlio del capoclan Paolo, “Ciruzzo ‘o milionario”, ndr) è stato frutto di un lavoro delicato e sinergico di inquirenti antimafia e forze dell’ordine e della complessa tracciatura di una rete di relazioni e connivenze. Mesi fa l’alacre lavoro degli investigatori sul famigerato clan che ha trasformato Secondigliano nella piazza di spaccio più grande di Europa e poi nel teatro Di feroci scontri armati contro gli scissionisti, si è tradotto in una richiesta al gip di decine e decine di arresti sulla quale è pero’ calato il veto. I giudici sollevarono delle perplessità sulle tesi degli inquirenti e quel lavoro rimase lettera morta. Con il senno di poi, però, se quegli arresti finalizzati anche a isolare il boss latitante fossero andati in porto, molto probabilmente la rete che sosteneva la latitanza Di Di Lauro si sarebbe sfilacciata e, verosimilmente, sabato scorso, le forze dell’ordine non avrebbero potuto mettere fine a una latitanza durata 14 anni. In poco meno di un mese la Procura di Napoli ha assicurato alla giustizia il numero due della lista dei latitanti più ricercati in Campania, e cioé Ciro Rinaldi, e il numero uno di quella stessa lista, Marco Di Lauro.
Articolo pubblicato il giorno 5 Marzo 2019 - 22:18