Sadaoui è solo l’ultimo dei soggetti orbitanti nelle località dell’agro-aversano finiti all’attenzione dell’intelligence. Nel mirino dell’Antiterrorismo ci sono stati due tunisini, l’imam della moschea locale e, nel 2016, in quello stesso centro islamico di San Marcellino, fu arrestato Edine Khemiri che su Facebook si professava «seguace dell’Isis a vita» e che aveva tentato di comprare alcuni kalashnikov dal clan dei casalesi. Rapporti quelli tra jihadisti e criminalità organizzata che negli ultimi anni sembrano essere divenuti sempre più frequenti. Ma in un rapporto d’intelligence la rete di jihadisti sarebbe più folta, con frequenti passaggi sul territorio Casertano, è formata per gran parte da algerini, la stessa nazionalità del foreign fighter catturato ieri.
Gustavo Gentile
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