Scandalo concorsi truccati. Incardinata l’udienza preliminare dinanzi al tribunale di Napoli e rinviata ad aprile per decidere per gli abbreviati o il rito normale. Tra i 15 i nomi degli indagati compaiono quelli di due generali dell’esercito (Fiore e Masiello). Grazie a raccomandazioni e stratagemmi criminali, come il sistema dell’algoritmo, sono migliaia di soggetti che sono stati assunti nell’esercito nella finanza e polizia. Tra gli indagati c’è anche il nome dell’impiegato del pirotecnico di Capua, il capodrisano Giuseppe Zarrillo, recentemente condannato a quasi tre anni per altri episodi simili di corruzione nell’ambito di concorsi. Al vertice del sistema c’era un generale oggi in pensione dell’Esercito italiano: Luigi Masiello, il quale aveva costruito un sistema chiaro nella sua aberrazione rispetto ai canoni della correttezza e della legalità che dovrebbero essere punti fondamentali per ogni cittadino, ma soprattutto per ogni militare e ancor di più per uno che è riuscito a diventare addirittura generale. Il generale Masiello prendeva 25 mila euro per l’algoritmo senza però garantire al 100% l’assunzione e 50 mila euro per quello che possiamo definire il “pacchetto completo”, comprendente l’algoritmo e anche la garanzia dell’assunzione. E’ stata proprio la denuncia di Giacomo S., persona che si era avvicinata a Masiello proprio per ottenere il posto fisso, a innescare questa clamorosa indagine. Tra gli indagati anche l’altro generale Ciro Fiore del napoletano.
Gustavo Gentile
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