Anche la decorsa settimana ha segnato momenti di tensione con il ripetersi di numerosi eventi critici negli Istituti Penitenziari della Regione che ormai vivono costanti criticità conseguenti ad un rilevante sovraffollamento che sta portando la popolazione detenuta verso le 8000 unità, ormai lontana dalla soglia delle 6200 unità tollerabili nelle 17 Strutture detentive ove il Personale della Polizia Penitenziaria per i tagli della Legge Madia e per i pensionamenti si è ridotto di oltre 800 unità rispetto ai precedenti organici attestandosi al di sotto delle 4000 unità. Le aggressioni tra detenuti, contro il Personale con difficoltà vengono gestite poiché imprevedibili sia per la carenza organica dei diversi Ruoli della Polizia Penitenziaria sia per il regime detentivo a “custodia aperta” voluta dal precedente Governo, che ha reso così le celle a dormitori, per evitare sanzioni dell’U.E., apertura questa dei detenuti realizzata in maniera indiscriminata senza la necessaria garanzia dei contenuti della pena ossia degli elementi del trattamento penitenziario ha ridotto le Carceri in una “terra di nessuno”. Ormai i rinvenimenti di sostanze stupefacenti e di cellulari sono incontenibili, i chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dimostrano che le Carceri si sono trasformate in vere e proprie “piazze di spaccio” gestite dalla criminalità con le medesime regole dell’esterno, in alcuni casi si parla di utilizzo di droni, con l’obiettivo di compiere un facile e proficuo proselitismo ed ingaggio di una manovalanza, preda della sofferenza, disposta a tutto una volta in libertà. Le celle divengono veri e propri call center ed anche una sempli telefonata alla famiglia diviene oggetto di scambio e di traffico illecito e pegno a futura memoria. L’azione della Polizia penitenziaria, preventiva e repressiva, verso i fenomeni di illegalità, è costante ma a volte non è sufficiente per fronteggiare l’emergenza venutasi a creare nelle Carceri della Regione che si distingue per l’alto tasso di criminalità organizzata. Numerosi arresti sono avvenuti per i familiari scoperti a trafficare sostanze stupefacenti dirette ai congiunti detenuti, decine di cellulari sono stati sequestrati. Per i cellulari bisogna fare un discorso a parte in quanto detti sequestri e le relative informative all’A.G. non costituiscono notitia criminis quindi non hanno alcun rilievo penale, generando solo sanzioni amministrative per infrazioni al Regolamento quali oggetti non consentiti. Il Personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso il Settore colloqui di Poggioreale ove transitano e vengono filtrati anche 1500 congiunti, nei giorni di colloquio, negli ultimi tempi ha sequestrato in più riprese ingenti quantità di stupefacenti con una intensa attività posta in essere di Polizia Giudiziaria, lo stesso dicasi per gli Istituti C.P. Secondigliano, C.C. Salerno, C.C. Ariano Irpino, C.C. Benevento,C.C. Avellino, C.R. Carinola, C.C. Santa Maria Capua Vetere, etc. La Segreteria Nazionale del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, primo Organismo di rappresentanza della categoria, responsabile per la Regione Campania dopo la negativa campagna mediatica prodotta dai mass media regionali e nazionali che ancora una volta ha leso in maniera oltraggiosa e senza adeguato contraddittorio, l’immagine e l’onorabilità delle Donne e Uomini in divisa del Corpo della Polizia Penitenziaria, nell’assenza totale di un’Amministrazione sia a livello Provveditoriale che Dipartimentale, ha prodotto a firma dello Scrivente dettagliato Esposto Denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli. Tale Esposto Denuncia ha palesato le criticità del sistema penitenziario in Regione e le condizioni lavorative in particolare nella Casa Circondariale di Napoli Poggioreale dove si è raggiunta una popolazione detenuta di oltre 2400 unità. Istituto quest’ultimo di continuo agli onori della cronaca per il susseguirsi di eventi critici violenti nonostante l’eroico impegno di tutti gli operatori dei diversi Comparti colà impegnati in condizioni drammatiche. Lo ripetiamo non è legale far sopravvivere una Struttura penitenziaria in tali condizioni ove risulta impossibile applicare un efficiente trattamento penitenziario e/o una adeguata Assistenza Sanitaria. I colleghi di Napoli Poggioreale, del Centro Penitenziario di Secondigliano, di Santa Maria Capua Vetere e di Ariano Irpino, hanno lanciato il loro grido di allarme e per circa un mese si sono astenuti, in forma di protesta, dalla fruizione della Mensa Ordinaria di Servizio, protesta questa che attende ancora le dovute risposte dalle competenti Autorità coinvolte che si sono espresse solo con vuote promesse ma con un nulla di fatto. La Scrivente O.S. con i propri Dirigenti ha effettuato, nel tempo, diverse ispezioni sui luoghi di lavoro con servizi fotografici negli Istituti di C.C. Napoli Poggioreale, C.P. Secondigliano, C.C. Salerno, C.C Ariano Irpino, C.C. Avellino, C.C. Santa Maria Capua Vetere e presso la C.R. Carinola. Tali visite ispettive hanno ovunque evidenziato criticità gestionali delle risorse umane nonché la fatiscenza delle Strutture e in alcuni casi l’assenza delle strumentazioni tecniche atte a garantire adeguati livelli di sicurezza e ci riferiamo nello specifico alla videosorveglianza, sistemi antintrusione ed antiscavalcamento, automatizzazione dei posti di servizio, circuiti di allarmi di ultima generazione, assenza di sale operative necessarie in strutture penitenziarie la cui progettazione risale a decenni fa quando prevaleva per la pena una interpretazione repressiva.
Articolo pubblicato il giorno 12 Marzo 2019 - 07:11