Palermo. era stato condannato al carcere a vita per l’omicidio di Sabine Maccarrone, una giovane donna svizzera assassinata in provincia di Trapani nel 2007. Ma 12 anni dopo quel delitto la corte d’assise d’appello di Palermo ha scagionato l’ex pentito siciliano Giovanni Melluso dall’accusa di aver ordinato l’omicidio. Una sentenza che ribalta quella di primo grado, che aveva visto l’imputato condannato all’ergastolo. I giudici hanno disposto la scarcerazione dell’ex collaboratore di giustizia che era detenuto al Pagliarelli di Palermo. Il nome di Melluso venne fuori durante una puntata di Chi l’ha visto? poco dopo il delitto e fu indicato anche dal proprietario del terreno dove fu occultato il cadavere della donna, Giuseppe D’Assaro. ‘Gianni il bello’ o ‘cha cha cha’, il siciliano trapuntato negli anni ’80 a Milano dove fece parte dell’associazione criminale del boss Francis Turatello, grande accusatore di Enzo Tortora, venne indicato come il mandante dell’omicidio di Sabine Maccarrone, trovata morta il 16 aprile del 2007 in un pozzo, nelle campagne di Mazara del Vallo. Una testimone raccontò in tv che Melluso, che aveva una relazione con la donna, andava dicendo che era tornata dai suoi genitori nelle Marche, e che era stato lui stesso a pagarle il biglietto. Bugie che avrebbero nascosto una drammatica verità. Quindi, gli inquirenti sospettarono che fosse stato lui a volere la morte della donna. Poi arrivarono le dichiarazioni di Giuseppe D’Assaro. Lui e Melluso si erano conosciuti anni prima in carcere. “Mi disse di ammazzarla. Melluso non mi spiegò però le ragioni ed io non feci domande. In questi casi è meglio non farle. In quel periodo volevano ammazzarmi. Avevo bisogno di un appartamento in cui andare a stare. Melluso mi disse che mi avrebbe regalato un’abitazione di proprietà del fratello”, affermò D’Assaro al processo di primo grado, ammettendo i fatti. Parole che gli fecero avere una condanna a 30 anni, mentre Melluso, processato separatamente, ebbe l’ergastolo. Sposato con una zia di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004, venne ritenuto attendibile dai giudici della corte d’assise. Il movente, mai chiarito del tutto, sarebbe stato da ricercare nella gelosia: probabilmente Sabine Maccarrone aveva avuto legami con altri uomini. Il cadavere di Sabine venne trovato in fondo a un pozzo, coperto con tegole e massi, in contrada San Nicola, a Mazara del Vallo (Trapani). Per concorso in occultamento di cadavere, venne chiesto il rinvio a giudizio di Yamina Reguiai Bent Hedi, 49 anni, tunisina, accusata di aver aiutato l’assassino a nascondere il corpo. Il gup, però, dispose il non luogo a procedere per prescrizione del reato. D’Assaro aveva precedenti gravi:nel 1985, aveva ucciso a bastonate un uomo di 75 anni, Antonio Signorelli, in un tentativo di rapina. D’Assaro, esecutore dell’omicidio, secondo i giudici della Corte d’Assise d’Appello non sarebbe attendibile sul coinvolgimento di Gianni Melluso e dunque, l’ex pentito è stato assolto e scarcerato. D’Assaro aveva anche fatto delle dichiarazioni su Denise Pipitone, ritenute non attendibili dai giudici.
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