Arzano – Marcia della legalità annullata: l’ex presidente del consiglio Luca Basile attacca il commissario prefettizio Maria Pia De Rosa. Il social Arzano News: “Questi paladini della legalità”, vere e proprie facce di bronzo, che hanno negato per oltre un anno e mezzo l’esistenza della camorra”. Polemiche a distanza dopo l’attacco di Basile al commissario prefettizio reo di aver annullato una serie di autorizzazioni comunali per la marcia organizzata dall’ex maggioranza forse per evitare di strumentalizzare l’antimafia. Basile non è nuovo a questo tipo di esternazioni tanto che aveva attaccato anche parlamentari e forze dell’ordine. A rispondere per le rime il noto social locale Arzano News. “Troviamo stucchevole, quasi allucinante, che rappresentanti della “sfrattata” amministrazione Esposito, sfiduciata dalla politica e principale responsabile dell’arrivo della Commissione d’accesso antimafia (preavviso di un terzo possibile scioglimento per camorra)si ergano d’improvviso a paladini della legalità e dell’anticamorra. Addirittura personaggi politici di questa ultima fallimentare esperienza di governo locale, di cui ancora non conosciamo nel dettaglio tutte le possibili responsabilità singole e/o di concorso, dirette o complici omissive, che hanno ricoperto ruoli politici, gestionali e istituzionali di primo piano, e che hanno gettato fango su organi dello Stato, giornalisti anticamorra, associazioni Antimafia, senatori della Repubblica, Prefettura, Carabinieri per il solo fatto che si denunciasse e indagasse sulla nostra città, hanno ancora la faccia tosta di parlare. Cosa peggiore è il fatto che si vestono ancora di “ruoli’” (?), come se ricoprissero tuttora un qualche incarico pubblico e si permettono, e qui stiamo davvero alla follia, addirittura di “censurare” e cassare il Commissario Prefettizio che ha annullato in questa fase istituzionale delicata della città la marcia della legalità, programmata, seppur anzitempo, ipocritamente dalla politica locale che in questo momento è sott’accusa dello Stato. Questi “paladini della legalità”, vere e proprie facce di bronzo, che hanno negato per oltre un anno e mezzo la camorra, che hanno convocato persino riunioni politiche di maggioranza per fermare a tutti i costi i giornalisti anticamorra che denunciavano e che intanto finivano sotto bersaglio della criminalità organizzata. Politici che hanno persino affidato incarichi legali per querele temerarie contro i giornalisti e testate dei media perché non venisse accostata la politica arzanese alla camorra (negata in questa città fino alle minacce e intimidazioni ai giornalisti e successiva relativa farsa del consiglio comunale monotematico). Politici che hanno definito “merda” i rappresentanti dello Stato che stavano indagando da tempo su Arzano e che facevano pressioni sui dirigenti comunali perché venissero trovati a tutti i costi abusi edilizi presso le abitazioni di chi “disturbava” i manovratori. Ma con quale spudorata faccia tosta questa gente si permette oggi ancora di parlare e perfino di censurare il Commissario Prefettizio in nome della “legalità”? Con quale faccia tosta questa gente ha persino il coraggio di chiedere alle opposizioni, che li hanno sfiduciati, di unirsi in nome della cultura della legalità? Come è possibile che chi ne ha dette di cotte e di crude in questi giorni contro questi 13 consiglieri comunali, di chi ha lasciato intendere cose indicibili e gravissime (senza averle però mai denunciate all’Autorità Giudiziaria) chieda oggi, mentre sta per ìconcludersi anche il lavoro della Commissione d’accesso antimafia, di “unirsi tutti” in nome della legalità e dell’anticamorra? Ma di che parla questa gente? Di quale legalità parlano e, soprattutto, quale legalità rappresentano? Quale cultura dello Stato e della legalità hanno costoro?”.
Luca Rossi
Articolo pubblicato il giorno 18 Marzo 2019 - 20:55