“Sono stato tanti anni all’estero, credo che altrove siano molto più avanti di noi nella cultura sportiva. In due anni in Inghilterra non ho mai ricevuto un insulto, qui invece ci insultiamo ancora”. Lo ha detto l’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, premiato nella XVII edizione del premio Tor Vergata Etica nello Sport. Il tecnico partenopeo è stato premiato non solo per lo stile con il quale interpreta il suo lavoro ma soprattutto per la posizione presa sul problema legato al razzismo. “Anche se è sempre più difficile e complicato – dice – voglio che il calcio resti quello del quale mi sono innamorato quando ho cominciato all’oratorio. Questo sport non deve essere inquinato, non bisogna allontanarsi da quelli che sono i valori, sia mentali che fisici, che lo contraddistinguono”. Sul Napoli dice: “Il progetto a Napoli c’è. La società ha preso una squadra fallita e ora è stabilmente in Champions e non ha debiti. Stiamo attenti a non fare il passo più lungo della gamba. C’è la volontà di crescere, di vincere, ma stiamo anche attenti a rispettare le regole che ci impongono. Stiamo investendo nei giovani, come dimostrano Meret e Fabian Ruiz”. I tifosi del Milan gli chiedono del ko contro il Liverpool: “Il Milan in quell’occasione si comportò da società, capendo che avevamo giocato bene anche se il risultato non ci aveva premiato. Da lì siamo ripartiti. Il progetto Napoli c’e’ e ha nelle corde la vittoria di un campionato o di una coppa europea. Deve crescere ma facendo passi secondo la gamba che ha”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Carlo Ancelotti partecipando a Roma al premio “Tor Vergata etica nello sport”, organizzato dall’ateneo capitolino. “Il club – ha ricordato il tecnico azzurro – e’ stato preso 12 anni fa dal fallimento e ora e’ sempre in Champions e ai vertici del calcio italiano, e questo senza debiti, quindi mi sembra un successo. C’e’ la volonta’ di crescere investendo sui giovani come abbiamo dimostrato con giocatori come Fabian Ruiz e Meret”. Ancelotti ha parlato anche dello stato di salute del calcio italiano a partire dagli stadi: “Direi di sbloccare i cantieri – ha detto – ma farei politica, pero’ i nostri impianti devono migliorare, in particolare il San Paolo e poi deve migliorare la cultura sportiva: sono stato molti anni all’estero, in Inghilterra non ho mai ricevuto un insulto, qui invece ce ne sono ancora”.
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