Napoli. Luigi Scavone puntava a sbarcare in Svizzera. Emerge dalle intercettazioni telefoniche il tentativo del manager di Alma spa di costituire oltrefrontiera una società dal nome Italia Swisse, a parlare del progetto è Francesco Marconi nei colloqui telefonici intercettati dalla Guardia di finanza di Napoli nell’ambito dell’inchiesta per la maxi evasione fiscale da 70 milioni di euro che ieri ha portato all’arresto di Marconi insieme a Luigi Scavone e Francesco Barbarino i due amministratori di fatto di Alma Spa, la società di lavoro interinale finita nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e della guardia di Finanza. Il colloquio che fa riferimento alla società svizzera è del 7 marzo 2017, a parlare sono Francesco Marconi (già indagato per bancarotta in un’altra inchiesta), rappresentante legale di diritto dell’Alma spa e di altre società del gruppo, e il titolare di una società di consulenza elvetica. I due parlano del nome della costituenda società, Italia Swisse, che non può essere adottato in quanto sul territorio svizzero già ne esiste una con lo stesso nome. Su questo aspetto i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Napoli stanno facendo approfondimenti. Tra coloro che sono finiti agli arresti domiciliari figura anche il consulente del lavoro Carmine Franco che, secondo gli inquirenti, è colui che ha inviato, per via telematica, quasi tutti i modelli F24 destinati alle compensazioni. Franco è anche noto, in Campania, in quanto ex presidente di due squadre di calcio, la Puteolana 1902 e il Gragnano. Proprio quando era ai vertici della Puteolana si spinse fino a invitare il “genio” calcistico di Bari Vecchia Antonio Cassano a giocare per la società flegrea, che ha lasciato lo scorso mese di ottobre.
Secondo gli inquirenti, la maxi frode si è consumata a Napoli, centro dell’attività decisionale del gruppo, nonostante la sede legale di Alma spa fosse a Roma e nonostante vi siano società sparse in tutta Italia, coinvolte nel raggiro. Nel capoluogo partenopeo, infatti, risultano fiscalmente domiciliate la maggior parte delle società “cartiere” utilizzate per la presunta evasione fiscale. La sede legale di Alma nella capitale, sempre secondo gli investigatori, è di mera rappresentanza: nella capitale non risulterebbero strutture operative e amministrative come rilevato dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Nel capoluogo partenopeo ha sede lo studio notarile dove sono stati stipulati gli atti con i quali venivano trasferiti i debiti fiscali. Da un’intercettazione del 13 aprile 2017 emerge che Scavone ha la sua sede decisionale e operativa a Napoli, infatti, il manager e Francesco Barberino si lamentano di una dipendente amministrativa che lavora in una filiale di Codroipo, in provincia di Udine, che si rifiuta di modificare la contabilità. “Mi ha chiamato Paoloni (indagato ai domiciliari, ndr) tutto incazzato che Stephanie se ne proprio andata, non ha fatto niente”, dice Luigi Scavone. “Hai visto, ma io te l’ho detto Guarda che quelle sono di m….. Non ti preoccupare tanto verra’ baffone. Questa è la scusa buona, prendiamo tutta la contabilità e ce la portiamo giù”, risponde Barbarino. Dalle intercettazioni emergono anche i tentativi di frode verso l’Inps trafugando della documentazione. Il colloquio intercettato è tra Carmine Franco e Luigi Scavone: “Noi purtroppo più di toglierci le carte da mano non potevamo fare tant’è che loro hanno aperto un altro verbale”, dice Franco a Scavone in un colloquio telefonico risalente al 20 aprile 2017.
Articolo pubblicato il giorno 27 Marzo 2019 - 19:51