Domenica 3 marzo si è svolta a Carovigno, in provincia di Brindisi, la prima gara del campionato interregionale di endurance Abruzzo-Campania-Lazio-Puglia. La Campania ha registrato un clamoroso successo grazie al veterano Gaetano Ambrosio che, dopo oltre mille gare e tante conquiste raccolte in una lunga carriera, tra cui campione del mondo veterani in Belgio nel 2008, è salito nuovamente sul podio alla veneranda età di 74 anni, una rarità nel mondo degli endurisiti, prima volta in Italia.
In proposito Gaetano Ambrosio ci svela che, oltre alla tenacia, alla forte passione e alla dedizione quotidiana, “Il segreto di questa longevità è da attribuire alla pazienza, al saper attendere. Soprattutto, bisogna saper trattare il tuo compagno, anche in allenamento; curandolo in tutto, anche nell’alimentazione. Non bisogna chiedere mai a un cavallo più di quelli che sono i suoi potenziali. Il mio consiglio: bisogna chiedere al cavallo quello che è possibile, non oltre. Il cavallo non è una macchina, è un essere vivente. Questo è il segreto, tramandato da una scuola antica, trasferita a me da mio padre e prima ancora da mio nonno. Questo metodo, posso consigliarlo ai giovani.”
Ricordiamo che oltre ai suoi innumerevoli successi, Gaetano Ambrosio è stato uno dei pochissimi italiani ad aver preso parte nel 1987 alla prestigiosa Tevis Cup negli USA (durissima gara di 160 km in linea).
“Quella è stata l’esperienza delle esperienze. L’endurance per antonomasia. Non c’è nulla di più denso. Un napoletano – Rocco Morabito (che non c’è più), riuscì a mettere insieme questa squadra e ci portò in questa avventura, esperienza inspiegabile. Era la Pony Express, il vecchio sentiero dove, il postino americano portava la posta da una uno Stato all’altro. Fu un attraversamento in 24 ore, dal Nevada alla California. Anche se voglio rettificare, 30 anni fa era di 183 km e lì è impensabile pensare di portarla a termine. C’erano cavalieri che per decenni hanno tentato l’impresa senza mai riuscirci e noi, italiani, partenopei, con la nostra grinta, ci riuscimmo. Da allora nell’Endurance cambiò tutto. Da allora in poi non si usarono più cavalli di tante razze e delineammo la specificità, con cavalli arabi o derivati arabi. Siamo stati i pionieri. Esperienza bellissima e irripetibile”
E per il futuro? Gaetano Ambrosio non ha progetti perché un endurista non è un uomo di recinto ma un uomo che vede davanti a sé solo spazi e immense praterie e continuerà ad allenarsi quotidianamente e a gareggiare con la tenacia e la passione che lo hanno accompagnato in tutti questi anni.
Lia Aquino
Articolo pubblicato il giorno 10 Marzo 2019 - 16:54