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Tolta la scorta a Ruotolo, Zagaria intercettato in carcere: “Lo voglio squartato vivo”

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Parole che fanno tremare i polsi soprattutto se a pronunciarle è il boss dei Casalesi Michele Zagaria. Era il 2015 quando Zagaria, intercettato in carcere, emanò la propria sentenza di morte nei confronti del giornalista Sandro Ruotolo, dopo un suo servizio sulla Terra dei Fuochi con un’intervista a Carmine Schiavone sui rapporti tra i servizi segreti ed il clan dei Casalesi sulla gestione dei rifiuti.
Da quel momento Ruotolo è sotto scorta. O meglio lo era. Perché il Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza ha deciso di togliere ogni tutela al cronista. A far scoppiare il caso è stato l’ex ministro alla Giustizia Andrea Orlando.
“La scelta di revocare la scorta al giornalista Sandro Ruotolo ha il sapore amaro della vendetta di Stato”. Così il segretario nazionale del movimento demA, Enrico Panini, commenta la decisione del Viminale di non rinnovare il provvedimento di protezione per il cronista napoletano minacciato nel 2015 dal boss dei Casalesi Michele Zagaria per le sue inchieste sull’ecomafie e la terra dei fuochi. “Una condanna a morte della criminalità organizzata non è a tempo, non ha scadenze – continua il segretario Panini – eliminare la scorta a Sandro Ruotolo è un errore grave. Lo Stato lancia un pessimo segnale. Vorremmo capire cosa ha indotto i tecnici del Ministero ad adottare un simile provvedimento, quali sono le motivazioni reali e perchè soprattutto, si è deciso di lasciare solo chi in queste settimane, con il suo lavoro e il suo impegno, continua a lottare contro mafie, corrotti e corruttori”, conclude Panini.

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Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 2 Febbraio 2019 - 17:58


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