Con l’accusa di calunnia finisce a giudizio una 37enne scafatese per aver denunciato l’ex marito di violenza sessuale sulla figlia 15enne. Raccontò agli inquirenti di aver visto la figlia toccarsi le parti intime e attribuì tutto all’ex marito con il quale si era lasciata mesi prima. L’uomo fu poi assolto nonostante che la ragazza fu convinta dalla mamma a raccontare il falso, tanto che quando si recò in ospedale a Nocera Inferiore parlò di bruciori provocati dal padre durante la notte. La storia è del 2017 quando i due coniugi vivevano già separati, ognuno in un’abitazione diversa: lei con la figlia e l’ex compagno con genitori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti dopo la denuncia della donna la ragazza tornò in casa accusando un malore e toccandosi le partì intime aveva riferito di essere stata nell’appartamento del padre, in una zona periferica di Scafati. E denunciò l’accaduto dopo aver accompagnato la ragazza in ospedale, qui i medici nonostante fossero dubbiosi refertarono quei bruciori come sintomo di abusi sessuali. Dal nosocomio nocerino si recò dai carabinieri e formulò un dettagliato esposto parlando della visita che la ragazza aveva fatto al padre e che quando la sera rientrò la dovette soccorrere perché aveva avvertito un malore. Il gip nocerino aveva accolto a suo carico la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura nocerina, sulla base del raffronto documentale, con gli accertamenti, svolti, il referto, la prima fase di denuncia che aveva sollevato il delicato caso giudiziario. Poi la retromarcia che hanno fatto scagionare l’ex marito mai arrestato nonostante le gravi accuse. Per la 37enne si sono aperte le porte di un processo per il reato di calunnia con giudizio immediato dopo la sua confessione di essersi inventata tutta la storia.
Articolo pubblicato il giorno 24 Febbraio 2019 - 15:53