Nella mattinata di oggi, a Santa Maria Capua Vetere, San Prisco e Cento in provincia di Ferrara, i carabinieri di San Prisco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone (tre in carcere, due agli arresti domiciliari), accusate a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (marijuana e hashish) e detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso. La droga veniva acquistata dagli spacciatori anche via internet e, in alcuni casi, pagata anche in Bitcoin.Il provvedimento è giunto al termine di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, tra la fine del 2015 e quella del 2018, attraverso intercettazioni telefoniche, testimonianze e controlli.L’inchiesta ha permesso di appurare l’esistenza di un gruppo di 11 giovani, sei dei quali minorenni, dediti allo spaccio a Santa Maria Capua Vetere e zone limitrofe. Le intercettazioni hanno permesso di comprendere il modus operandi dei componenti della banda, definito dagli inquirenti “innovativo”: il capo, infatti, comunicava con gli altri associati anche mediante un sistema informatico di messaggeria criptato noto come ‘Surespot’ e provvedeva in parte all’approvvigionamento di stupefacenti (in particolare, di marijuana) attraverso il servizio postale, con accordi via internet e pagando anche in Bitcoin. Per gli indagati minorenni la procura del tribunale specifico ha emesso un avviso di conclusione indagini preliminari.
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