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Responsabilità medica: i camici bianci della Campania tra i più esposti

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I medici campani sono più esposti ad errori e a cause da parte dei pazienti di quanto non lo siano molti colleghi del Nord. Un dato confermato in occasione dell’incontro a Napoli dal sindacato medico Sumai, interessato ad analizzare i risultati della legge Gelli-Bianco a due anni di distanza dalla sua approvazione. “Purtroppo i miglioramenti attesi non li vediamo ancora – sottolinea Gabriele Peperoni, vice segretario nazionale Sumai – posto che il numero delle denunce, in sede penale, presentate dai pazienti contro i sanitari è sempre rimasto enorme”. Ne dà notizia un comunicato. “E’ notizia di questi giorni che secondo ‘le stime nel 2016 la percentuale complessiva dei medici coinvolti in procedimenti giudiziari, sia civili che penali, rispetto al numero totale di assicurati, era in calo in termini percentuali, ma nel 2017, i sinistri aperti e che possono coinvolgere più professionisti per uno stesso evento avverso, sono aumentati dal 2016 del 60%'” prosegue la nota. “Chiaramente un bilancio preciso e puntuale su una norma entrata in vigore il primo aprile 2017 è ancora prematuro anche se quella certezza su cui si fondava la legge e cioè l’individuazione di linee-guida, di modelli di condotte virtuose predeterminate purtroppo non esiste o non esiste ancora”. “La Suprema Corte di Cassazione – dice Luigi Sodano, direttore Scuola di Formazione Sindacale del Sumai – con l’ordinanza 30998 ha, per certi versi, ridimensionato il valore da attribuire alle linee-guida nei processi per responsabilità professionale medica in quanto le medesime non rappresentano (secondo i giudici) “un letto di Procuste insuperabile”, ma solo uno strumento per valutare la condotta del medico in un modo che tuttavia non può prescindere dall’analisi del caso concreto”. Altro dato emerso dall’incontro di Napoli e’ che nella stragrande maggioranza dei casi le denunce che coinvolgono dei medici si rivelano infondate. “Purtroppo però, anche se una buona percentuale di denunce non vede il processo in quanto si procede all’archiviazione, è altrettanto vero che la denuncia al sanitario costituisce un momento negativo nella vita professionale del medico e che si ripercuote sul futuro. E’ vissuta con profonda ansia e angoscia tenuto pure conto del tempo (lunghissimo) occorrente per la sua definizione; rappresenta, infine, anche un onere economico non indifferente per la nomina di avvocati e consulenti per le difese giuridiche e tecniche. Ed ancora più oggi posto che le assicurazioni hanno aumentato i premi, indice di un aumentato rischio” conclude la nota del sindacato.


Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2019 - 19:37
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