Napoli. C’è il rischio prescrizione per tutti i 12 imputati del processo per i maltrattamenti ai detenuti nel carcere di Poggioreale ribattezzato processo “Cella zero” dal nome della stanza dove secondo le denunce venivano fatte le torture. L’udienza preliminare del processo è fissata per il 28 febbraio prossimo e i reati contestati si riferiscono agli anni 2013 e 2014 e vanno dal sequestro di persona, all’abuso di potere nei confronti di persone detenute, lesioni e maltrattamenti. La vicenda venne alla luce in seguito a un esposto del Garante per i diritti dei detenuti. I pestaggi sarebbero avvenuti sia nella “cella zero” a piano terra, si in altri locali del carcere. Per gli inquirenti gli episodi sarebbero stati originati da contrasti, anche per motivi futili, che si verificavano tra singoli detenuti e guardie carcerarie. Il protagonista della battaglia a favore dei detenuti e autore della denuncia è Pietro Ioia presidente degli Ex detenuti della Campania, che da quella vicenda ha tratto un libro attraverso il quale da anni sta facendo conoscere il modo disumano in cui i detenuti venivano trattati all’epoca (ma in molti casi lo sono anche oggi) all’interno del carcere di Poggioreale. Ieri sera intanto all’esterno del carcere di Poggioreale una sessantina di persone hanno manifestato pacificamente con una fiaccolata per ricordare Claudio Volpe, il 33enne di Pianura morto in carcere otto giorni fa in circostanze ancora da chiarire. La famiglia voleva cremare il corpo ma la magistratura ha riferito che non è possibile e che dovranno attendere l’esito delle indagini. La famiglia e gli amici continuano a chiedere la verità perché “non si può morire per febbre”.
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