Pozzuoli. L’inchiesta sulla gang di ladri di auto di lusso dell’area flegrea aveva preso avvio nel 2017 quando grazie alle immagini di una telecamera di video sorveglianza in un garage vengono ripresi i due ladri che si impossessano di una Range Rover.poi grazie a intercettazioni telefoniche e ai rivlevatori gps alcuni installati dai carabinieri, che hanno condotto le indagini, si è potuto ricostruire come funzionava l’organizzazione e chi erano i componenti. E così il gip Giuseppe Sepe del Tribunale di Napoli, dopo circa due anni di indagine, ieri ha firmato le 14 ordinanza cautelari. In carcere sono finiti Michele Battilomo, 31enne di Quarto (alias Paeitto) già detenuto; Raffaele Amato, 38enne di Quarto (alias brufolone), Pasquale Luongo, 41enne di Pianura (detto Lino), già agli arresti domiciliari.
Agli arresti in carcere sono finiti invece: Antonio Sansone, 29enne, di Villaricca, Ilir Doku, 34enne di Pianura (detto gamba di legno), già agli arresti domiciliari; Mirko Volpicelli, 31enne di Qualiano, Nicola Racca, 36enne di Pozzuoli (detto Lupin) . Infine, sottoposti ad obbligo di dimora: Luigi Palumbo, 44 anni di Quarto, Giuseppe Ponticelli, 43enne di Napoli, Salvatore D’Aquale, 39enne di Napoli, Francesco Granillo, 42enne di Napoli, Paolo Tondi, 44enne di Pomigliano d’Arco, Francesco Tondi, 45enne di Pomigliano d’Arco e Claudio Bruno, 56enne di Quarto. Nelle 502 pagine dell’ordinanza cautelare viene ricostruito il modus operandi della gang e il linguaggio utilizzato dai componenti durante le telefonate. Le auto rubate diventavano “magliette” e il corrispettivo economico da pagare diventava “Bottoncino”. La banda aveva un fitta rete di persone al lavoro che segnalavano le autovetture da rubare e i canali per riuscire a rivenderle. Il loro primo obiettivo non era riciclare ma attuare una estorsione. In gergo si chiama ‘cavallo di ritorno’, una pratica sempre molto rischio perché dietro a un appuntamento con la vittima, che paga in contati e subito per la restituzione dell’Auto sottratta, si potrebbe nascondere la trappola. I carabinieri di Napoli sono riusciti a sgominare una gang che aveva anche un canale alternativo al cavallo di ritorno ed era quello che portava le vetture rubate sia nei paesi dell’Est che nella penisola iberica. Michele Battilomo, Dimitro Korotin, Mirko Volpicelli, Pasquale Luongo, Antonio Sansone e Claudio Bruno erano coloro i quali commettevano i furti in giro per la città. C’era chi invece era adibito a fornire le chiavi elettroniche utilizzate per avviare le autovetture rubate, Angelo Cervicato. Il committente dei furti era Doku Illar, mentre Michele Badillo riciclava quel che non si riusciva a ‘restituire’ con il ‘riscatto’. Francesco Greco, Vincenzo Del Gaudio e Luca Visco erano acquirenti dei veicoli rubati, mentre Francesco Benedetto era intermediario nella vendita dei veicoli rubati e meccanico a disposizione del gruppo. L’indagine é partita dal furto di una Land Roverd a Quarto Flegreo, in provincia di Napoli, il 29 settembre del 2017. Il proprietario riuscì a trovarla grazie all’antifurto satellitare e uno dei due fu ladri, Korotin, fu individuato. Sul suo cellulare aveva numerose applicazione che permettevano di ricavare dal numero di targa tutte le informazioni sui i proprietari e le immatricolazioni. Da lì sono partite indagine e intercettazioni telefoniche e ambientali. È stato accertato che gli indagati rubavano nottetempo veicoli di diverse tipologie per poi prevalentemente immetterli in circuiti di ricettazione e riciclaggio. In particolare in distinte occasioni sono state recuperate: in Spagna, dalla Guardia Civil, una Range Rover Evoque rubata dal gruppo criminale e poi trovata con telaio punzonato e documenti contraffatti; presso il porto di Bari 2 autoarticolati con targhe contraffatte che stavano per essere imbarcati su una nave diretta all’estero; in provincia di Caserta una BMW X1 con telaio punzonato; sulla pubblica via, appena rubate, altre 24 auto.
Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2019 - 06:59