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‘Più probabile che non’, la nuova silloge poetica di Chiara Evangelista

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Presentazione di “Più probabile che non”, la nuova silloge poetica di Chiara Evangelista, edita da i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno con prefazione di Tomaso Kemeny e postfazione di Donato Di Poce il 10 febbraio 2019 ore 18,30 presso Casa delle Arti Spazio Alda Merini via Magolfa 32 Milano.  Dialogano con l’autrice: Tomaso Kemeny, Donato Di Poce,  Diana Battaggia. Letture a cura di: Elisa Longo. Interviene l’editore: Stefano Donno. Chiara Evangelista ha esordito con la sua prima pubblicazione poetica per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo In Medias Res. Su quest’opera ha scritto Nicola Vacca: “Il suo rapporto con il verso è da subito orientato verso la chiarezza. Quello che mi piace della sua poesia è aver scelto immediatamente l’essenzialità. Intorno al pianeta dell’esistere, la giovane poetessa si muove con la consapevolezza cioraniana che tutto quello che non è diretto è nullo. Così, tra i pensieri che fendono la mente, si leva la sua voce per tracciare percorsi di assertività dove a ogni cosa bisogna dare il suo nome. In medias res (nelle cose di mezzo) indica ogni modo di narrare che spezzi l’ordine naturale della fabula. Chiara Evangelista si insinua tra le cose di mezzo dell’esistenza e sceglie la poesia come codice comunicativo per raccontare il suo tempo di fare, disfare e pensare, per colmare tutti quei vuoti immanenti con cui ogni giorno abbiamo a che fare.” Ora Chiara Evangelista vede arricchirsi il suo percorso editoriale con una nuova raccolta poetica dal titolo emblematico “Più probabile che non”, edita nuovamente da i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno.
“I versi di Chiara Evangelista tendono a misurare un paio di ceffoni indolori a quei lettori che pensano che non vi sia nulla di più profondo e significativo della logica dei pensieri convenzionali. Nei suoi versi la virtù intuitiva libera il linguaggio dalla necessità di evocare cose in favore di un’energia costruttiva che rifiuta di farsi ridurre alla mimesi del reale.” (Dalla prefazione di Tomaso Kemeny).
“Chiara va oltre l’ascolto e il dialogo con i segni e le parole, la sua texture poetica riesce a banchettare con le parole, riesce a vocalizzare sensi e sentimenti, a decostruire l’impossibile per dare un nuovo senso alle cose, alla parola e alla poesia…”  (Dalla postfazione di Donato Di Poce)


Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2019 - 19:19

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