Napoli.Due agguati, tre morti di cui due vittime per errore. Accade durante la terza faida di Scampia e Secondigliano del 2012 che fece seguito a quella dei “girati” del 2007 e a quella delle Vele del 2004. I pentiti degli Amato-Pagano prima, della Vanella Grassi poi, sono tutti concordi sulla ricostruzione che ha dato impulso alle indagini svolte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli. Cinque arresti tra mandanti ed esecutori materiali dell’agguato costato la vita a Salvatore Barbato, che era il reale destinatario del raid ordinato dagli Abbinante-Abete-Notturno e di Luigi Russo, un uomo che si era fermato a parlare con la vittima predestinata. Era il 9 ottobre del 2012 quando, secondo il racconto di decine di collaboratori di giustizia, i cugini Gennaro Abbinante, figlio di Guido, e Arcangelo, figlio di Antonio, uscirono dall’abitacolo di un’auto guidata da Giovanni Carriello, soprannominato ‘o muorto scarcerato da poche settimane. I due erano armati di pistole e fecero fuoco, poi Arcangelo si accorse dell’errore e urlo’ al cugino: “Non e’ lui”. Tre colpi di pistola avevano gia’ centrato Russo, cui fu risparmiato il colpo finale, ovvero il proiettile sparato dietro la nuca, come invece fece Arcangelo Abbinante con Barbato, come si legge in un verbale allegato nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice Saverio Vertuccio. Luigi Russo mori’ dopo due mesi di agonia, il 9 dicembre del 2012.
Articolo pubblicato il giorno 5 Febbraio 2019 - 21:48