Napoli. E’ entrato nel vivo il processo ‘cella zero’ sulle presunte violenze avvenute e danno di reclusi nel carcere di Poggioreale. Stamane è stato ascoltato uno dei testi dell’accusa che ha confermato la versione già fornita in fase di indagini parlando delle violenze subite in carcere nella famosa ‘cella zero’ del piano terra del penitenziario di Poggioreale. Il processo è stato aggiornato al 14 marzo. Contemporaneamente familiari dei detenuti ed attivisti hanno attuato un presidio all’esterno do tribunale di Napoli. I promotori, dell’associazione “Parenti e amici dei detenuti a Poggioreale, Pozzuoli e Secondigliano” e ” Ex detenuti organizzati napoletani”, hanno aperto degli striscioni di protesta in piazza Cenni, lo slargo antistante il Palazzo di Giustizia visibile anche dalle celle del carcere di Poggioreale. “Siamo qui – ha spiegato uno degli organizzatori del sit-in – per ricordare ai detenuti che non sono soli e che quello che succede nel carcere, grazie alla forza di molti che si sono uniti e hanno deciso di non abbassare la testa, è venuto fuori”. Tra i manifestanti anche i parenti di Claudio Volpe il detenuto morto lo scorso gennaio a Poggioreale a causa, denunciano, di mancanza di cure adeguate. “In carcere – hanno spiegato gli organizzatori – si muore per malasanita’ e assenza di cure. Per non parlare dei suicidi: solo l’anno scorso 67 detenuti si sono tolti la vita. Poggioreale e’ sinonimo di sovraffollamento dove e’ di norma l’ abuso di psicofarmaci e le violenze da parte dei secondini puntualmente taciuti. Vogliamo dire basta a tutto questo. Uniamo la voce dei detenuti con quella di chi è fuori per portare conoscenza di tutti cio’ che accade tra le mura di Poggioreale”.
Articolo pubblicato il giorno 28 Febbraio 2019 - 15:29