Napoli. “Mio zio stava molto male, ma quando siamo arrivati al pronto soccorso gli hanno assegnato il codice verde. Solo dopo ore è passato al codice giallo ma quando forse era già troppo tardi”. Salvatore Estatico, nipote di Eduardo Estatico, il 72enne deceduto sabato sera nell’ospedale San Paolo dopo una lunghissima attesa spiega il motivo che li ha spinti a presentare una denuncia per accertare le cause della morte del congiunto. Secondo i familiari l’uomo è stato lasciato in attesa per ore, nonostante vomitasse e accusasse forti dolori. Diversa la versione della direzione dell’ospedale: “Non ha aspettato sei ore, ma in cinque ore è stato sottoposto a ecografia, tac, elettrocardiogramma” afferma Michele Ferrara, direttore sanitario del nosocomio di Fuorigrotta. Ferrara oggi ha incontrato gli inquirenti e ha scritto una relazione come richiesto dal commissario dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, ma sarà ora la magistratura ad accertare cosa è accaduto al 72enne deceduto per un’occlusione intestinale. “Ho chiesto al direttore sanitario del San Paolo di produrre una relazione, entro le 16 di oggi, completa di tutti i dati che può estrarre dal sistema informatico, la storia clinica del paziente e il procedimento che ha accolto il paziente che purtroppo è deceduto – ha detto Verdoliva -. Questo servirà a fare chiarezza, a capire se ci sono degli estremi di colpevolezza, di insufficienza nell’avere la massima attenzione. Intanto faccio le condoglianze ai familiari del paziente. Ce la metteremo tutta per dare il massimo supporto ai nostri operatori per farli lavorare con grande serenità”.
Gli inquirenti hanno sequestrato le cartelle cliniche e le analisi e nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Il ministero della Sanità invierà una ispezione urgente per stabilire se a determinare il decesso abbiano contribuito difetti organizzativi e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure. “Ho visto tanta indifferenza in ospedale – dice ancora Salvatore Estatico – si va al pronto soccorso per essere soccorsi non per fare anticamera. Mia zia in quelle ore ha dovuto fare da infermiera al marito, era seduto su una sedia, non c’era neanche la barella”.
Un ospedale non immune da denunce, il San Paolo dove però non mancano anche casi di buona sanità. Il San Paolo, soffre anche per la carenza di personale, come tutti gli ospedali napoletani: “Non difendo ad oltranza i miei medici – ha detto Ferrara – ma tutti i percorsi clinici onestamente mi sembrano che siano stati rispettati. Le carenze di personale ci sono in tutte le specializzazioni, ma non solo da noi. Spero che con i nuovi concorsi che si stanno aprendo potremo avere piu’ medici per una migliore distribuzione numerica dei turni”.
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