I carabinieri hanno smantellato due piazze di spaccio nel Casertano, questa mattina, sgominando un’organizzazione che si serviva anche di giovanissimi per la vendita delle sostanze stupefacenti. I militari, nella provincia di Caserta, a Piedimonte Matese, Alife, Frignano e Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 11 indagati, e a un’ordinanza di collocamento in comunità emessa dal gip del tribunale dei minorenni. Tutti gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e di detenzione, trasporto e cessione illecita di stupefacenti, con centinaia di casi emersi dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, con l’aggravante di avere impiegato nell’attività illecita anche minorenni. L’inchiesta, che poggia anche su numerose operazioni svolte dai carabinieri dal luglio al settembre 2016 e dal marzo al settembre 2017, aveva consentito di trarre in arresto in flagranza di reato sette persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sequestrando oltre 500 grammi di droga, tra cocaina, crack e hashish, tre bilancini di precisione e 35.885 euro in contanti, sequestrati poiché provento dell’attività illecita.Secondo quantro emerso, gli indagati utilizzavano metodicamente un tariffario fisso in relazione alla tipologia di sostanza da spacciare e al peso della dose richiesta
Con questa operazione, sottolineano gli inquirenti, sono state di fatto disarticolate due piazze di spaccio, create ad Alife e Piedimonte Matese da due diversi nuclei di indagati, i quali, pur operando in maniera disgiunta, si approvvigionavano dello stupefacente nella quasi totalità dei casi dalla medesima fonte, una delle persone indagate.La prima piazza di spaccio era stata creata nel comune di Alife, presso la palazzina delle case popolari occupata da un nucleo familiare che faceva parte dell’organizzazione: qui si concentrava in maniera ininterrotta, di giorno e di notte, una quantità notevole di assuntori di cocaina, crack ed hashish, provenienti principalmente dai comuni dell’alto casertano e del beneventano.Qui l’attività di spaccio era gestita da due persone che erano agli arresti domiciliari proprio per reati legati allo spaccio: in casa preparavano anche il crack, mediante un processo di lavorazione della cocaina.La palazzina era stata dotata di un sistema di video sorveglianza per monitorare l’unica via d’accesso.La seconda piazza di spaccio, retta da altri due uomini indagati, è stata individuata a Piedimonte Matese ed era destinata a soddisfare le richieste di una fascia diversa di acquirenti. Si trattava per lo più di giovani locali, quasi tutti studenti o operai, che acquistavano hashish per consumo personale o di gruppo.
Gustavo Gentile
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