Arkadiusz Milik,domani compira’ 25 anni, giorno in cui potrebbe festeggiare anche il rinnovo con il Napoli, societa’ in cui milita dal 2016 e a cui potrebbe legarsi per altre cinque stagioni. Da quando e’ approdato in Italia, complice alcuni infortuni, il giocatore e’ sceso in campo solo 70 volte in tre stagioni, ma ha segnato 29 reti, una ogni due partite (ogni 114 minuti per la precisione), fornendo anche 5 assist ai propri compagni. Questi numeri pero’ nascondono la storia di un ragazzo cresciuto in un ambiente complicato e che il calcio ha contribuito a salvare. Il talento polacco e’ nato a Tichy il 28 febbraio 1994, una cittadina della regione industriale della Slesia, una striscia di Polonia che si stende tra Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Soprannominato ‘Arek’, Milik perde il padre all’eta’ di soli 6 anni, un fatto che lo costringe a crescere in un ambiente di difficolta’ economiche e portando il peso di un grave lutto e un forte vuoto dovuto all’assenza della figura paterna, che lo segnera’ profondamente. Abbandona cattive abitudini e compagnie e si reca in autobus agli allenamenti. Nel 2010, a soli 16 anni, Milik si reca in Inghilterra, per sostenere due provini con Reading e Tottenahm, che pero’ non selezionano il ragazzo. “Ho fatto dei periodi di prova. E’ stato bello ma alla fine si sentiva che era ancora presto per me andare all’estero”. L’anno successivo, Arek decide quindi di restare in Polonia con la famiglia e firma a luglio per il Gornik Zabrze, neo-promosso in prima divisione polacca. Qui Milik restera’ un anno e mezzo trovando un altro mentore, l’allenatore Adam Nawalka, che poi ritrovera’ in nazionale e che in un’intervista lo defini’ un attaccante “molto forte mentalmente”. “Mi ha voluto al Gornik Zabrze quando avevo 17 anni. Mi ha fatto arrivare dal Rozwoj Katowice. Nel giro di quattro settimane mi ha fatto esordire in prima squadra. Mi ha dato fiducia e ha fatto lo stesso in nazionale”, disse di lui Arek. “Da allenatore, e’ un amico, una persona onesta che puo’ essere anche dura al momento giusto”. In due stagioni, Milik scese in campo 40 volte per un totale di 2.415 minuti, segnando 12 reti e fornendo 5 assist ai propri compagni. Questi buoni risultati lo portarono a firmare per il Bayer Leverkusen nel gennaio del 2013, una societa’ in cui ebbe poca fortuna e che lo fece giocare in seconda squadra, girandolo in prestito dopo pochi mesi all’Augusta. Dopo la negativa parentesi in terra teutonica, dove raccogliera’ 28 presenze tra Bundesliga, Coppa di Germania ed Europa League con le maglie delle due squadre, segnando solo 2 reti, Milik si fara’ conoscere per i suoi goal in Olanda, dove approda tra le fila dell’Ajax nel luglio del 2014. Tra i tulipani, Arek trova Dennis Bergkamp, “uno dei migliori attaccanti al mondo”, secondo Milik. “Poter parlare con uno come lui, poter essere seguiti da leggende cosi’ aiuta”, disse allora l’attaccante polacco. “Non so dire di preciso cosa faccia con i centravanti dell’Ajax, pero’ migliorano. Bisogna lavorare sui piccoli dettagli, cose da bomber”. In due stagioni in terra olandese, Arek raccogliera’ 76 presenze tra Eredivisie, campionato primavera (1), Coppa d’Olanda, Europa League e Champions League, segnando 47 reti in 5.394 minuti trascorsi in campo e fornendo 21 assist, con una media di un goal ogni 114 minuti. Passando al Napoli questa media resta costante, nonostante i tanti infortuni.
Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2019 - 14:50