Con un colpo di mano che non trova alcuna giustificazione, l’Arpac decide di infischiarsene del monitoraggio dell’aria in una zona ad elevato rischio di inquinamento ambientale, spostando a Pomigliano d’Arco la centralina di installata nei pressi dell’ospedale pediatrico Santobono. Un presidio di riferimento fondamentale per l’assistenza di tantissimi piccoli pazienti provenienti ogni giorno da un territorio ad alta densità abitativa che comprende il capoluogo e gran parte del suo hinterland. Piuttosto che potenziare l’attività di monitoraggio, dotando le centraline preesistenti di nuovi analizzatori, a partire da quelle installate nell’area dell’inceneritore di Acerra, si decide di privare di uno strumento di fondamentale importanza per la misurazione dei livelli di polveri sottili (Pm10 e Pm2,5), un quartiere di oltre 120mila abitanti e ad altissima densità di traffico veicolare”. E’ quanto denuncia la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà.
“Un’altra riprova – sottolinea Muscarà – di come un’azienda fondamentale come l’Arpac venga gestita senza alcuna visione né programmazione. Nei giorni scorsi, alla luce delle nostre denunce, abbiamo avuto conferma di come l’unico vero interesse negli ultimi anni della dirigenza Arpac sia stato quello di incrementare in maniera esponenziale i propri stipendi, approvando per se stessi adeguamenti contrattuali per un totale di oltre 60 milioni con una procedura illegittima. Somma che dovranno restituire fino all’ultimo centesimo. Parliamo della stessa governance che sposta centraline da un territorio a un altro, senza alcuna programmazione, lasciando sguarnite aree sensibili e dove è alto il rischio di un’impennata dei valori di inquinamento dell’aria”.
Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2019 - 20:30 / di Cronache della Campania