“Con un giro di valzer ridicolo, De Luca finge di prendere atto della gestione disastrosa della Asl Napoli 1 limitandosi semplicemente a spostare le solite pedine, ma senza scontentare nessuno dei suoi dirigenti di fiducia. Il finto dimissionario Mario Forlenza, che ha gestito come peggio non si poteva la più grande azienda sanitaria d’Europa e la cui revoca dall’incarico invochiamo già da prima delle scandalose vicende delle formiche, è stato messo a capo della Rete di medicina territoriale, rete tra l’altro mai attivata in Campania, in spregio a un decreto dell’ex commissario ad acta Polimeni e nonostante le prescrizioni dei tavoli di verifica ministeriali. Dopo aver affossato l’Asl Napoli 1, ora Forlenza si appresta a mettere mano alla distruzione di un comparto altrettanto indispensabile, che dovrebbe assolvere ai bisogni dei pazienti cronici e contribuire a scaricare i pronto soccorso ormai al collasso. Alla luce dei risultati vergognosi inanellati, ci aspettiamo ora di sapere da De Luca se c’è stata mai una valutazione delle performance di questo dirigente, come previsto dalla legge, e se si è raggiunto anche il paradosso di avergli corrisposto indennità premiali a fronte dei risultati disastrosi. Cosa che non ci sorprenderebbe”. E’ quanto denuncia la consigliera regionale del movimento 5 Stelle valeria Ciarambino.
“Nel frattempo il governatore, piuttosto che attivare una procedura che avrebbe comportato il ricorso all’albo nazionale, nominando per merito e con procedure di trasparenza un professionista esperto a capo dell’Asl Napoli 1, ha pensato bene di ricorrere a un espediente a cui ci ha abituati. Ovvero, la nomina di un commissario di sua fiducia, nella figura dell’attuale dg del Cardarelli Ciro Verdoliva, avendo così ai vertici dell’Asl una persona di sua fiducia, decapitando del suo vertice l’ospedale più grande e importante del Mezzogiorno. Una struttura che, come abbiamo avuto modo di rilevare durante l’ispezione effettuata qualche giorno fa con il ministro Grillo, versa in condizioni di assoluta precarietà, con barelle che occupano finanche due sale operatorie, rendendole impraticabili in casi di interventi urgenti. Un’operazione totalmente clientelare, volta a non scontentare nessuno, che consente al presidente della Campania di continuare a detenere il controllo diretto della sanità regionale, attraverso dirigenti eterodiretti che rispondono solo ai suoi ordini”.
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