Lui Antonio Iannucci, di anni 58, residente a Frasso Telesino in provincia di Benevento, nel 2010 era stato riconosciuto invalido al 100% con accompagnamento (non definitivo, ma senza data di revisione). Dopo tre anni, nel gennaio 2013, l’Inps lo richiama a visita e gli conferma l’80%, in modo definitivo, e continua ad erogargli la pensione di invalidità e di accompagno fino al dicembre 2016. Nel frattempo l’uomo percepiva anche l’assegno ordinario di invalidità di categoria IO, regolarmente dichiarato dal pensionato.
Nel gennaio 2017, con una missiva l’Inps gli chiedeva indietro tutti i 60.000euro, che secondo l’istituto erano stati erogati ingiustamente, dopo ben 7 anni.
Da qui, dopo la presentazione del ricorso amministrativo presentato al comitato provinciale dell’Inps di Benevento. I suoi legali, Massimo Viscusi ed Emiliano Vaccarella incardinavano la causa presso il Tribunale di Benevento, sezione Lavoro. La causa iniziò nel gennaio 2018, con l’udienza di comparizione. Ieri, dopo un anno, l’udienza di discussione, in cui i legali hanno chiesto al giudice Adriana Marì, e parzialmente ottenuto, che passasse il principio, stabilito anche dalla Cassazione, che se l’errore è imputabile all’ente perché non vi è il dolo del pensionato, l’ente non ha diritto a chiedere la restituzione.
E così ieri poeriggio è arrivata la sentenza che impedisce il recupero delle somme da parte dell’Inps dal 2010 al 2013, in parziale accoglimento (in subordine) della domanda degli avvocati Viscusi-Vaccarella.
Ricordiamo che questo è il secondo caso accertato in tutta Italia. Un risultato che fa seguito alle pronunce degli organi di legittimità e del Tribunale di Palermo, di qualche mese fa.
Un altro caso di indebito che da speranza e luce a quei pensionati che si vedono arrivare somme assurde da parte dell’Inps dopo tanti anni
Articolo pubblicato il giorno 16 Febbraio 2019 - 09:29