Le bugie del populismo, che governa l’Italia con Salvini e Di Maio e assedia l’Europa, sono in parte le nostre bugie, perché il populismo è figlio degli errori dei partiti che lo hanno preceduto e perché i suoi tratti in qualche misura appartengono a tutti, si sono impossessati dei nostri ragionamenti, segnano il carattere della politica e della società e raccontano in controluce la nuova notte della Repubblica, la più cupa e sinistra della sua storia”. Così Alessandro Barbano, già direttore del quotidiano “Il Mattino” e docente di giornalismo in numerose Università italiane, presenta i temi del suo nuovo libro “Le dieci bugie. Buone ragioni per combattere il populismo” (Mondadori Editore). Un libro appena arrivato nelle librerie dopo il grande successo di critica e di copie vendute nel 2018 da “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà”. Un volume, quest’ultimo, che aveva dato origine ad un profondo dibattito politico e culturale ed anche alla nascita di un neologismo: dirittismo.
Il nuovo libro di Barbano, “Le dieci bugie. Buone ragioni per combattere il populismo”, sarà presentato in anteprima nazionale a Napoli nella sala dell’Opera Cafè del Teatro San Carlo venerdì 1 Marzo alle ore 17.30.
Con l’autore discuteranno la giornalista Titti Marrone, il filosofo Biagio de Giovanni, lo scrittore e regista Ruggiero Cappuccio e Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi Federico II e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Dopo la presentazione napoletana il libro farà tappa l’11 Marzo a Milano alla Libreria Mondadori Duomo e il 13 Marzo a Roma al Tempio di Adriano.
Presentazione del volume
Chi ritiene che i difetti, le miopie e gli egoismi che hanno condotto alla crisi della nostra democrazia stiano tutti da una sola parte ha già perso la sua battaglia, così come chi insegue i populisti sul loro terreno non fa che dargli nuova linfa. In un modo e nell’altro si alimentano quelle dieci bugie che Barbano smaschera nel libro: luoghi comuni proposti come verità, che toccano questioni cruciali relative al lavoro, al fisco, al reddito di cittadinanza, alle pensioni, fino alla svolta falsamente epocale per cui il nuovo si pretende sempre meglio del vecchio.
Riconoscere questa continuità tra un prima e un dopo è un dovere per chi voglia davvero sfidare il populismo. Da questa consapevolezza, secondo Barbano, si può rifondare un linguaggio della verità e della responsabilità, con cui tornare a parlare ai cittadini, e provare a convincerli senza ingannarli.
Strappare il velo della menzogna vuol dire «tenere insieme dubbi e coraggio, tanta capacità di autocritica e altrettanta voglia di ricostruzione», con la forza di un pensiero capace di cavalcare il progresso senza esserne dominato, di riannodare i diritti con i doveri, il senso con la ragione, gli individui con lo Stato. E, più di tutto, di riconoscere nella verità del limite l’essenza della sua stessa libertà.
L’autore – Alessandro Barbano
Giornalista e saggista, dal 2012 al 2018 è stato direttore del quotidiano “Il Mattino” di Napoli. Laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna, ha alle spalle quasi quarant’anni di professione. Ha insegnato all’Università La Sapienza di Roma, all’Università del Molise, alla Link Campus University e all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove fa parte del comitato scientifico della Scuola di Giornalismo. È autore di numerosi saggi dedicati al giornalismo e libri su temi di carattere politico e sociale: Professionisti del dubbio (1997), L’Italia dei giornali fotocopia (2003), Degenerazioni. Droga, padri e figli nell’Italia di oggi (2007), Dove andremo a finire (2011). Nel 2012 ha pubblicato il Manuale di giornalismo, scritto in collaborazione con Vincenzo Sassu, adottato come libro di testo in molte Università italiane.
Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2019 - 14:37