Sono 15 i miliardi di euro di cibo che finiscono nella spazzatura ogni anno, lo 0,88% del Pil, di cui quasi l’80% all’interno delle mura domestiche. In cima alla classifica ci sono pane e verdure fresche, ma pesano anche bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta. Una piaga dovuta a tanta distrazione casalinga, poca programmazione nel fare gli acquisti e scarsa cultura alimentare. Un mix che porta gli italiani a bruciare a casa 12 miliardi di euro di cibo, ossia 2,4 chili ogni mese a famiglia. E’ la fotografia che emerge dal Rapporto 2019 Waste Watchers e Last minute Market, presentato oggi alla Fao con il vice direttore, Daniel Gustafson. L’occasione e’ la sesta Giornata contro lo spreco alimentare, organizzata dal ministero dell’Ambiente con il progetto 60 Sei ZERO e la campagna Spreco Zero. Italiani spreconi, ma a loro insaputa. Il 20% degli intervistati si autoassolve, convinto che lo spreco avvenga soprattutto nel commercio (47%) e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%). “La percezione degli italiani e’ ancora poco consapevole della necessita’ di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico”, spiega il presidente di Last Minute Market, Andrea Segre’, secondo il quale la prevenzione deve partire dal quotidiano. Ma la situazione sta migliorando grazie agli effetti della sensibilizzazione anti-spreco: negli ultimi quattro anni si e’ passati da 1 italiano su 2 che gettava cibo nella spazzatura una volta al giorno, a uno su cento. Oggi, secondo la ricerca, il 65% degli intervistati provvede a un check della dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilita’, il 54% controlla la quantita’ prima di cucinarlo e ancora il 52% ne verifica l’edibilita’ prima di risolversi a buttarlo, con il 44% che affronta il test dell’assaggio. Avanza anche la cultura del riciclo, con 48% che si dedica a ricette per recuperare gli avanzi del pasto, ma solo il 34% richiede al ristoratore una bag per trasportare a casa il cibo che non e’ riuscito a consumare. Tutte strategie anti-spreco che, secondo la Coldiretti/Ixe’, sono state adottate nell’ultimo anno dal 71% degli italiani. I consumatori, fa notare Filiera Italia, sono ancora l’anello debole della catena, e quindi una collaborazione virtuosa tra industria e agricoltura potrebbe fare molto per migliorare la situazione. Una sfida che, secondo Federalimentare, si puo’ vincere solo insieme. E gli esempi virtuosi lungo la filiera non mancano. Ogni anno viene recuperato oltre l’80% delle 9mila tonnellate di frutta e verdura invendute dagli 8 mercati ortofrutticoli all’ingrosso aderenti al marchio Qualita’ & Sicurezza.
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