Papa Francesco questa mattina ha ricevuto in udienza a Città del Vaticano l’Associazione Nazionale Magistrati. “Sono consapevole delle mille difficoltà che incontrate nel vostro quotidiano servizio, ostacolato nella sua efficacia dalla carenza di risorse per il mantenimento delle strutture e per l’assunzione del personale, e dalla crescente complessità delle situazioni giuridiche”. Il Pontefice parla anche dei vuoti normativi sui migranti e sull’inizio e fine vita. “Ogni giorno dovete fare i conti, da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse, antiche e recenti, nazionali e sovranazionali, e, dall’altro, con vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati. Queste criticità richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore. Viviamo in un contesto attraversato da tensioni e lacerazioni, che rischiano di indebolire la tenuta stessa del tessuto sociale e affievoliscono la coscienza civica di tanti, con un ripiegamento nel privato che spesso genera disinteresse e diventa terreno di coltura dell’illegalità. La rivendicazione di una molteplicità di diritti, fino a quelli di terza e quarta generazione connessi alle nuove tecnologie, si affianca spesso a una scarsa percezione dei propri doveri e a una diffusa insensibilità per i diritti primari di molti, persino di moltitudini di persone. Per questi motivi, va riaffermato con costanza e determinazione, negli atteggiamenti e nelle prassi, il valore primario della giustizia, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita pubblica e perché ognuno possa condurre una vita serena”.
Articolo pubblicato il giorno 9 Febbraio 2019 - 12:38