Checché ne dica De Laurentiis (“Nei prossimi mesi può succedere di tutto”) il Napoli sembra aver abdicato dalla lotta scudetto con la Juventus. I bianconeri hanno 13 punti di vantaggio a 14 partite dal termine del campionato e basta fare qualche calcolo elementare per capire quanto sia difficile per i partenopei riuscire a raggiungere la vetta della Serie A. Anche se Ancelotti e i suoi le vincessero tutte da qui alla fine, alla Juve basterebbe vincerne 10 su 14 per conquistare matematicamente il titolo di campione d’Italia per l’ottava volta consecutiva. Sono 30, infatti, i punti che mancano ai bianconeri per avere la certezza dello scudetto, ma è inutile fare i finti tonti, perché questo Napoli qualche altro pareggio da qui alla fine del campionato lo farà ed è assai probabile che la Juventus possa festeggiare ben prima della quart’ultima giornata.
Insomma, dice tutto Juve per questo campionato nel quale ci si attendeva sinceramente di più da parte del Napoli dopo la scelta di Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo doveva essere “il Ronaldo della situazione” per il club partenopeo, ma sin qui la sua esperienza internazionale si è davvero vista nel gioco e nei risultati della sua squadra? Il Napoli 2018-2019 ha meno punti persino della prima stagione di Maurizio Sarri, è uscita ai gironi di Champions League ed è stato eliminato dalla Coppa Italia. Resta l’Europa League, competizione assolutamente alla portata della rosa partenopea, ma prima di tutto gli azzurri devono ritrovare la via del gol smarrita nelle ultime settimane.
Punti Chiave Articolo
Se è vero che ultimamente la difesa del Napoli difficilmente prende gol (nonostante la pesantissima assenza di Albiol), è altrettanto vero che gli attaccanti non fanno gol e soprattutto sotto porta si confermano assai imprecisi. Sta mancando molto in area di rigore l’apporto in termini numerici di Callejon, Mertens e Milik, che a turno con Sarri facevano da terminali offensivi delle azioni in velocità assieme ad Insigne. Ancelotti sostiene sia solo una questione di precisione e cattiveria sotto porta, ma molti tifosi del Napoli delusi all’uscita del San Paolo dopo il pareggio a reti bianche contro il Torino lamentavano anche l’eccessiva complessità delle azioni volute da Ancelotti.
Per riassumere: prima il Napoli giocava maggiormente in velocità e in verticale, oggi il possesso palla sembra essere più sterile, più orizzontale e di conseguenza meno ficcante. La verità come sempre sta in mezzo, perché anche se in numero inferiore al recente passato, la squadra di Ancelotti crea 8-9 palle gol a partita, alcune clamorose, ma poi non le concretizza. La componente sfortuna gioca anche la sua parte, poiché il Napoli è attualmente la squadra che ha colpito più legni in campionato, ma la differenza con la Juventus non può essere sintetizzata solo con questo aspetto.
Se il top player del Napoli doveva essere Ancelotti, indubbiamente non ci siamo, ma ora la patata bollente passa nelle mani di Aurelio De Laurentiis. Sì, perché il presidente ha promesso un mercato stellare la prossima estate e, considerato che dopo l’addio di capitan Hamsik sono in procinto di lasciare altri elementi cardini del gruppo (si parla di offerte importanti per Allan e Hysaj su tutti, ma non si possono escludere a priori altri clamorosi addii), la dirigenza stavolta non potrà sbagliare. Sarà il primo vero Napoli di Ancelotti, perché dopo i ritocchi dell’estate 2018 ci saranno veri e proprio stravolgimenti con le indicazioni del pluridecorato allenatore. Nemmeno lui potrà più sbagliare, altrimenti salirebbe immediatamente sul banco degli imputati e stavolta senza scuse.
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