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Il monitoraggio del Treno Verde a Napoli: picchi preoccupanti in zona Porto e Stazione Centrale

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Destano preoccupazione i picchi di smog registrati in alcune aree della città di Napoli come quella del Porto (Piazza Municipio), davanti la Stazione Centrale, ma anche in Centro Storico, in una zona che dovrebbe essere a traffico limitato come Piazza Bellini.
È quanto emerge dalla fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare che in questi giorni ha fatto tappa a Napoli. I risultati del monitoraggio scientifico della qualità dell’aria – realizzato grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura – sono stati presentati questa mattina, a bordo della quarta carrozza del convoglio ambientalista, dal Portavoce del Treno Verde Andrea Minutolo e da Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania, alla presenza di Luca Cascone, Presidente della Commissione Trasporti della Regione Campania.
L’obiettivo del monitoraggio di Legambiente è quello di valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente. Sono stati individuati 7 punti “critici” della città di Napoli scelti in base alle segnalazioni dei cittadini e dei circoli di Legambiente. In questi punti sono state realizzate misurazioni della durata di un’ora delle polveri sottili nelle giornate del 13, 14 e 17 gennaio scorso: i valori di polveri sottili (Pm10) registrati variano tra 9,82 e 81,89 microgrammi/mc (come media oraria). Nello specifico il monitoraggio ha riguardato Piazza Bellini (media oraria di 55,95 µg/mc), Piazza del municipio di fronte al Porto (media oraria di 81,89 µg/mc), l’area della Stazione centrale nelle vicinanze della circumvesuviana e dell’autostrada (26,90 µg/mc), via Porta di Massa (24,31 µg/mc), Galleria 4 Giornate (23,20 µg/mc), l’istituto tecnico industriale Augusto Righi (9,82 µg/mc), Via Enrico Pessina 42 (10,34 µg/mc).
Medie orarie che quindi per lo più restano sotto la soglia prevista dalla norma. Tuttavia a destare forte preoccupazione sono alcuni picchi registrati durante l’ora di monitoraggio. Questi incidono sulla salute delle persone che passeggiano, lavorano, circolano in queste zone congestionate dal traffico.
Il picco più elevato si è registrato presso Piazza Municipio di fronte al porto e all’Università dove alle 18:15 si è raggiunto il valore di 146 µg/mc ma altri cinque picchi di oltre 120 µg/mc si sono registrati nell’ora monitorata. In Piazza Bellini – che sarebbe anche una ZTL – invece il picco più elevato si è riscontrato alle 21:23 con 64 µg/mc, mentre nei pressi della Stazione Centrale il valore massimo registrato è stato di 73 µg/mc. Nei pressi di via Porta di Massa, il picco più alto è stato rilevato alle 10:43 con valore di 60 µg/mc, mentre nei pressi della Galleria Quattro Giornateil valore più alto è stato alle 12:40 con 57 µg/mc.

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I trasporti stradali, ricorda Legambiente, costituiscono una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane. Anche a Napoli emerge l’assoluto protagonismo del traffico veicolare privato nel sistema della mobilità urbana, come testimoniano i dati dell’altro monitoraggio svolto dai volontari di Legambiente. L’analisi – della durata di due ore in ogni punto di osservazione – è stata svolta in cinque zone della città (via Kennedy, Piazza Garibaldi, via Mezzocannone, via Salvator Rosa e via Acton): in un minuto, nel complesso dei cinque punti monitorati, sono passate 104 automobili, meno di un autobus (0,85) e meno di una bici (0,84). Parliamo, sempre guardando ai numeri complessivi, di una bici ogni 123 automobili e 66 motocicli (con punte di una bici ogni 356 auto e 126 motocicli in via Acton) e di un autobus ogni 122 auto (con punte di un bus ogni 384 auto in via Mezzocannone). La via più trafficata dei cinque punti monitorati risulta Salvator Rosa con oltre 30 auto al minuto nella fascia oraria dalle 16 alle 18.

«L’inquinamento atmosferico continua ad essere un’emergenza costante nel nostro Paese, causando ogni anno oltre 60mila morti premature e costi sanitari esorbitanti per le casse dello stato – sottolinea Andrea Minutolo, portavoce del Treno Verde -. Già il 2018 è stato un anno da codice rosso, segnato anche dal deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea. E non va meglio in questo inizio d’anno segnato da continue emergenze smog in tutta Italia. Nonostante ciò questo il problema viene ancora affrontato in maniera disomogenea e poco efficace. Non è ancora, al di la delle dichiarazioni di facciata, una priorità delle amministrazioni locali e nazionali ed a farne le spese sono ancora una volta i cittadini. Cittadini a cui viene richiesto un cambio radicale di abitudini e stili di vita, ma che devono essere messi in condizione di poterlo fare».
«Le emissioni per traffico veicolare e marittimo, delle attività industriali e delle caldaie per il riscaldamento continuano a risultare troppo invisibili alla politica, mentre le nostre città soffocano – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -. Per “cambiare aria” è fondamentale il ruolo della Regione nel predisporre piani e misure preventive oltre a nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità. Accanto alla politica regionale, c’è bisogno di più coraggio da parte delle amministrazioni locali nell’applicare nuove concrete ed efficaci politiche di mobilità sostenibile. A partire dallo svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale innovativo e moderno, più treni per i pendolari e possibilità di spostarsi a piedi o in bici diffondendo aree pedonali e piste ciclabili, favorire la riduzione dell’impatto ambientale legato al traffico marittimo portuale attraverso l’elettrificazione, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici a partire da quelli pubblici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici».
Oltre al monitoraggio di Legambiente, fino ad oggi – come noto – già tre centraline dell’Arpa Campania hanno registrato già diversi giorni di superamento del limite previsto per il Pm10. A Napoli, ad esempio, la centralina dell’ospedale Pellegrini segna già 15 superamenti; quella di via Argine 14 e quella alla Ferrovia 11 sforamenti. Trend non molto positivo del capoluogo campano confermato anche dai dati dello scorso anno in cui la centralina Ferrovia ha superato per ben 37 volte il limite di 50 µg/mc, non rispettando dunque il limite normativo di 35 giorni di superamento, seguita dalle centraline di Via Argine e Ospedale Pellegrini rispettivamente con 29 e 28 giorni.
A livello regionale la situazione è ancora più preoccupante. Tra i capoluoghi, Avellino nel 2018 ha superato per ben 46 volte il valore limite per il pm10, mentre in alcune zone si sono superati i 100 giorni di sforamento come a Pomigliano d’arco (centralina area Asl 101 superamenti) e San Vitaliano (centralina scuola Marconi 122 superamenti). Attualmente nel 2019 a San Vitaliano si sono già registrati 34 giorni di sforamento, mentre a Pomigliano d’Arco i giorni sono 20. Altre centraline che hanno consumato la metà dei 35 giorni di bonus sono Acerra (Scuola Caporale) con 20, Aversa (Scuola Cirillo) 22, Nocera Inferiore (Solimena) 24. Questi dati devono far riflettere sullo sviluppo di nuove strategie integrate e partecipate per ridurre l’alto tasso di inquinamento atmosferico nella regione il prima possibile.
Questa mattina è stata presentata anche la ricerca CittAccessibili di Legambiente e Fondazione Serono che ha coinvolto i Comuni capoluogo di provincia nell’elaborazione di un quadro nazionale della situazione attuale dei centri urbani per quanto riguarda l’accessibilità dei servizi comunali ai diversamente abili. E’ stato predisposto un questionario indirizzato alle 104 città capoluogo che interroga i Comuni su 56 diversi indicatori divisi in cinque grandi aree: una generale, relativa ai diversi aspetti dell’accessibilità di aree ed edifici pubblici e privati, le altre specifiche per lo spazio pubblico, i trasporti, i servizi, gli investimenti. Al questionario ha risposto oltre il 70% dei Comuni interpellati (73 su 104).

A Napoli la situazione non appare affatto tranquillizzante così come sottolinea l’incompletezza delle risposte fornite. In positivo possiamo dire che: nel capoluogo di regione campano sono applicati i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, obbligatori però dal 1986; il sito web del comune è conforme ai requisiti di accessibilità e fruibilità per le P.A. previsti dalla legge Stanca del 2004; il sistema di tpl garantisce la fruibilità a persone a mobilità ridotta e può contare su personale adeguatamente formato per garantire assistenza.

Purtroppo però a Napoli ancora non esiste il Disability manager; non viene garantita nella struttura comunale la presenza di personale formato per comunicare con la lingua dei segni; il Palazzo comunale non è completamente accessibile a persone non vedenti e non udenti; il Comune, pur dichiarando di aver stanziato fondi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, non dichiara di che cifre si parla e in che tempi queste saranno erogate.
Dopo la tappa di Napoli, il viaggio del Treno Verde prosegue verso Roma. A bordo ci saranno come sempre le migliori esperienze italiane impegnate sul fronte della sostenibilità ambientale, come il consorzio Ecopneus, partner principale del Treno Verde; i partner sostenitori Enel X e Ricrea; i partner Bosch, Iterchimica, Montello, Valorizza (brand di Sma e Gemmlab); i partner tecnici Con.Tec, Ecoplus, 100% Campania – Formaperta e come le esperienze dei partner start up Lime e Movecoin. Media partner del tour del convoglio ambientalista sono la Nuova Ecologia e QualEnergia. Gli allestimenti delle carrozze sono stati curati, invece, dall’Accademia delle Arti e nuove tecnologie di Roma.


Articolo pubblicato il giorno 28 Febbraio 2019 - 15:11

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