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Il fiume Sarno dovrebbe divenire un fiume con quattro foci: tre a mare una a terra

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Pochi giorni fa alcune Associazioni e Comitati sorti intorno alla questione “Fiume Sarno” sono stati ricevuti presso la Sede distaccata del Comune di Torre Annunziata a Rovigliano.
L’iniziativa si deve alla Consigliera comunale Longobardi ed è stata condivisa dal Sindaco Ascione che è intervenuto sul finire dell’incontro a illustrare le ragioni della collettività torrese
gli ospiti, contribuendo a illustrare il Grande Progetto Sarno ripresentato con nuove soluzioni dalla Regione Campania dopo il flop clamoroso della Società Regionale ARCADIS.
I rappresentanti delle Associazioni – tra cui segnaliamo la Onlus nazionale l’Altritalia Ambiente, che è tra quelle riconosciute dal Ministero dell’Ambiente ed era rappresentata nell’occasione dall’ing. D’Amato, noto esperto del Sarno – hanno dato atto della sensibilità agli amministratori torresi. Però hanno anche chiaramente detto di non ritenere di poter avallare assolutamente una operazione che si prospetta altrettanto sciagurata, come e più di quella targata ARCADIS. Hanno perciò promesso battaglia nelle sedi competenti. La ARCADIS, Società regionale a capitale pubblico, ora in liquidazione, è parte della storia recente dei fallimenti regionali succedutisi nel tentativo di dare risposta alla urgenza sanitaria e ambientale determinata dall’inquinamento del Sarno. Alla sua guida si sono alternati Dirigenti generali e Alti papaveri della Regione Campania alla ricerca di prebende, peraltro distribuite senza parsimonia da mamma Regione anche ai tecnici coinvolti nella elaborazione del Grande Progetto Sarno, che di grande ebbe soprattutto la spesa. Infatti gli elaborati progettuali sfornati in pochi mesi – peraltro discutibili e incompleti – sono costati vari milioni di euro ai contribuenti. Poi i nodi delle difficoltà vennero al pettine e la ARCADIS vegetò in crisi di produzione e risultati fino all’improvviso scioglimento e alla messa in liquidazione.
Il progetto ARCADIS non era altro comunque che la ri-proposizione aggiornata di vecchie idee e soluzioni risalenti agli anni Settanta del Novecento. O poco più. Il Grande Progetto Sarno di ARCADIS proponeva infatti una soluzione soltanto idraulica del problema che ha invece enormi nodi ambientali da sciogliere se vorrà definirsi un progetto di disinquinamento delle rete idraulica della Valle del Sarno, fatto di un reticolo di canali, grandi e piccoli, che raggiungono uno sviluppo lineare di circa cento chilometri. Già Virgilio, duemila anni fa scriveva di “Aequora Sarnus”, sottolineando con il plurale “Aequora” la pluralità delle rete idrografica del fiume che ha connotato le Civiltà arcaiche della Valle del Sarno, dai Sarrastri a Pompei. E proprio Pompei – che ci è stata “contrabbandata” come romana dal momento della sua ri-scoperta settecentesca – va svelando le proprie radici arcaiche campane alimentate dalle acque del Sarno, come tutta la Valle, dall’epoca pre-romana a oggi.
Anzi ad appena ieri, prima che il disastro del degrado e dell’abbandono si abbattesse sulla rete idrografica del Sarno, con la responsabilità maggiore, quando non esclusiva, della gestione regionale. Una grande realtà, ereditata in gran parte dai Borbone, ma abbandonata a se stessa dalla Regione Campania per oltre quaranta anni. Ma ancora una possibile grande opportunità se un Progetto di reale riqualificazione ambientale la terrà finalmente presente.
Anche questo Progetto, secondo le Associazioni ambientaliste, non prevede infatti alcuna soluzione di recupero delle acque meteoriche, risorsa che continua ad essere sprecata nonostante che il nostro territorio sia stato dotato in epoca borbonica di centinaia di “vasche” di assorbimento e di calma, idonee a contenere migliaia di metri cubi di acque meteoriche. Invece oggi esse, nell’indifferenza generale, svolgono funzione di raccolta di liquami e di recapito di fogne nere. Ma a difesa del nostro stesso futuro abbiamo il dovere comunque di testimoniare a voce alta che il Grande Progetto Sarno non può essere soltanto un progetto idraulico. Esso invece deve essere contestualmente, se non soprattutto, un progetto di disinquinamento ambientale. Altro che storie, anzi storielle, come quelle delle “attrezzature di compensazione” – come campetti da gioco e parchi urbani perifluviali – cui ha pensato la Regione Campania per irretire i Sindaci della Valle del Sarno. Cosi’ vuole farli piegare docilmente al proprio potere – o piuttosto prepotere – pianificatorio. E questo non vale solo per il Comune di Torre Annunziata che con la sua costa è il destinatario finale di tutte le acque che attraversano la Valle del Sarno.
In conclusione, il “nuovo” Grande Progetto Sarno – che per pudore non reca più il nome pomposo di “grande progetto” e viene inoltrato dall’Ufficio Speciale centrale acquisti (?) – è stato presentato e discusso con le Associazioni presso il plesso comunale di Rovigliano.
Ma esso non è nuovo, non è grande e non fa che riproporre lo stesso tracciato e le stesse sciagurate soluzioni elaborate da ARCADIS, compresa la folle spesa della distruzione e ricostruzione del seicentesco canale pensile Bottaro, da Scafati a Torre Annunziata.
In più, più o meno da Pontenuovo alla Spiaggia di Rovigliano – a poca distanza dalla foce a mare naturale del fiume Sarno, attraverso la realizzazione di un nuovo canale che taglia lo Stagnone – questo nuovo Progetto prevede un’altra foce. La terza foce, perché la seconda rimane quella che era stata prevista da ARCADIS, cioè dove la folle distruzione bassoliniana del Canale Sarno ha lasciato uno speco cementificato … costato una barca di miliardi di vecchie lire e rimasto in attesa di utilizzazione da un ventennio almeno.
Ma mamma Regione, stavolta con il Presidentissimo De Luca, pensa di utilizzare lo speco, ex seconda foce candidata a terza, o viceversa, con un progetto speculare che raccolga i reflui pedevesuviani e quelli delle vasche di Fornillo e Pianillo e li conduca – bypassando Pompei Scavi – fino al mare di Rovigliano. Sì! proprio quello che alcuni già definiscono la costa marina del turismo archeologico di Pompei. Così i turisti faranno bagni salutari tra buste di plastica e altre amenità di origine corporale…..
Ma allora il Fiume Sarno potrà fregiarsi di un ulteriore primato: essere, oltre che il fiume quinto al mondo per inquinamento (nb: Zona Champions !), anche il fiume con più foci, ben quattro, tre a mare e una a terra. Infatti la sorgente del Fiume Sarno stranamente ha da sempre il nome singolare di “Foce”. Non c’è due senza tre, quindi, anzi quattro?
Non mettiamo limiti alla divina Provvidenza. Ci penserà mamma Regione….

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Federico L. I. Federico


Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2019 - 07:34

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