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Il boss Patrizio Vastarella organizzò il finto summit al Cavone in cui furono uccisi Salvatore Esposito e Ciro Marfè. I NOMI DEGLI ARRESTATI

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C’è l’agguato del 3 agosto del 2016 al Cavone dietro l’ultima guerra di camorra tra i Sequino e i Vastarella. In quella circostanza furono uccisi nel corso di un agguato Esposito Salvatore e Marfè Ciro, mentre Amodio Pasquale restava ferito da colpi d’arma da fuoco.
I dialoghi registrati in carcere tra Salvatore Sequino e i suoi familiari e i suoi affiliati all’indomani di tale episodio forniscono elementi importanti per delineare lo scenario di riferimento dell’agguato.
In particolare, emergeva in modo chiaro che la vittima predesignata era Esposito Salvatore, vicino al clan operante in zona Cavone. Si desumeva anche che Pasquale Amodio, uomo del clan Sequino, si era recato, accompagnato da Ciro Marfé, ad un incontro, un summit, al quale aveva partecipato anche Vastarella Patrizio.
Questi avrebbe dovuto svolgere il ruolo di paciere, di garante, ed invece aveva tradito la fiducia dei Sequino. Patrizio Vastarella viene ritenuto il mandante o comunque responsabile di non aver annullato l’azione delittuosa una volta avvedutosi della presenza di Amodio Pasquale e Marfé Ciro.
Da qui la fine della tregua e l’inizio di una nuova guerra tra i Sequino ed i Vastarella.
Salvatore Sequino vuole vendetta e, dal carcere, impartisce ai suoi fedelissimi chiare direttive: bisogna colpire i Vastarella, si deve localizzare Patrizio ed organizzare un agguato approfittando della sua presentazione al commissariato di P.S. per adempiere all’obbligo di firma della Libertà vigilata.
Ci si deve informare dell’orario in cui Patrizio Vastarella esce di casa per andare a firmare, si deve organizzare chi fa la “filata”, chi porta il “mezzo”, chi entra in azione. Si evincono chiari riferimenti agli uomini di cui i fratelli Sequino possono disporre, le persone che fanno parte del clan e su cui si può contare: oltre a Sequino Giovanni detto Gianni Gianni, figlio di Nicola, le persone più affidabili sono Pellecchia Silvestro ed il figlio Salvatore (Pellecchia) , rispettivamente cognato e nipote di Salvatore Sequino, affiancati da Pasquale Amodio, Passaretti Gennaro, La Marca Salvatore, Zolfino Mirko, Esposito Antonio “o’ Barone”.
Emerge il ruolo direttivo dei fratelli Sequino che, benché detenuti, impartiscono direttive all’esterno e godono del massimo rispetto dagli affiliati.
Sequino Nicola viene immediatamente informato dal figlio; dopo aver acquisito notizie sullo stato di salute dell’affiliato Amodio, si sofferma sul rapporto da tenere con i Vastarella invitando il figlio a “fidarsi di lui” perché il problema (la vendetta) andava risolto “piano piano”.
Altrettanto chiaro è dal canto suo Sequino Salvatore laddove intima ai suoi di rimanere uniti senza andare in giro, aspettando l’occasione propizia per vendicarsi; da qui l’ordine di non andare neppure a firmare, provvedendo ad inviare un certificato. Ordine che viene supinamente rispettato da Zolfino Mirko, Sequino Giovanni e La Marca Salvatore, tutti sottoposti al DASPO e che a ridosso del 27 agosto facevano pervenire, come ordinato dal capo, (falsi) certificati medici alla stazione Carabinieri di Napoli Stella.

La storia degli ultimi conflitti di camorra al rione Sanità è contenuta nelle 514 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Emilia Di Palma e che oggi ha sgominato il clan Sequino e lo stesso clan Vastarella facendo luce su tutto quello che è accaduto dalla strage delle Fontanelle agli ultimi giorni. Il blitz ordinato dalla Dda e messo a segno dai carabinieri ha portato all’emissione di 24 ordinanze cautelari di cui 19 finiti in carcere e 5 agli arresti domiciliari.Tutti accusati a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi e spaccio di stupefacenti. Tutti i reati sono aggravati da finalità e metodo mafiosi. Ai vertici del clan sarebbero rimasti Salvatore e Nicola Sequino, che avrebbero continuato a dare ordini benché detenuti. Salvatore Sequino è attualmente detenuto a Vibo Valentina per l’accusa di associazione di stampo mafioso che gli è già valsa una condanna (non definitiva) a 15 anni di reclusione. Nicola Sequino è invece detenuto in esecuzione di una condanna per un vecchio omicidio di camorra.
Tra le persone raggiunte dalla nuova ordinanza di custodia cautelare ci sono diversi parenti dei due boss detenuti. C’è Sonia Esposito, moglie del boss detenuto Salvatore Sequino: alla donna è contestato il reato di ricettazione aggravato dalla matrice camorristica.Misura di custodia cautelare in carcere anche per il 28enne Giovanni Sequino, detto Gianni Gianni nipote dei boss, che nell’ottobre del 2016 è rimasto vittima di un agguato nel rione Sanità a Napoli. Il raid si consumò tra via Santa Maria Antesaecula e piazza San Vincenzo. Sequino fu colpito all’addome e a un braccio. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha colpito anche Silvestro e Salvatore Pellecchia, rispettivamente padre e figlio, imparentati coi boss Salvatore e Nicola Sequino. Silvestro Pellecchia è il cognato dei due boss. A gennaio Salvatore Pellecchia, invece, è rimasto coinvolto in un agguato fuori all’ospedale Vecchio Pellegrini; nel raid era rimasto ferito I.G. che si trovava con Pellecchia.

ARRESTI IN CARCERE

1) Amodio Pasquale, nato a Napoli il 20/02/1973;
2) Capobianco Sebastiano, nato a Napoli il 20/11/1992;
3) Caruso Costantino, nato a Napoli il 19/06/1983;
4) Esposito Antonio, nato a Napoli il 19/04/1980, detto “o’Veloce”;
5) Esposito Antonio, nato a Napoli il 12/04/1993, detto “o’Barone”;
6) Esposito Gennaro, nato a Napoli il 18/04/1982, detto “Ge Ge”;
7) Grasso Francesco, nato a Napoli, il 14/08/1967, detto “o’Stuort”;
8) La Marca Salvatore, nato a Napoli il 14/06/1982;
9) Minei Ciro, nato a Napoli il 17/12/1993;
10) Passaretti Gennaro, nato a Napoli il 01/07/1990;
11) Pellecchia Salvatore, nato a Napoli il 29/07/1996;
12) Pellecchia Silvestro, nato a Napoli 07.06.1973;
13) Sequino Giovanni, di Nicola, nato a Napoli il 17/11/1989, detto “Gianni Gianni”;
14) Sequino Nicola, nato a Napoli il 10/07/1969;
15) Sequino Salvatore, nato a Napoli il 14/02/1974;
16) Taiani Luigi, nato a Napoli il 25/01/1981, detto “Giggin o’ Curt”,
17) Vastarella Antonio, nato a Napoli il 02.03.1991;
18) Vastarella Patrizio, nato a Napoli il 16.09.1968;
19) Zolfino Mirko, nato a Napoli il 29/09/1990;

ARRESTI DOMICILIARI

1. Bolognini Martina, nata a Napoli il 24/11/1994;
2. Esposito Sonia, nata a Napoli il 21/04/1982;
3. Frenna Carmela nata a Napoli il 16.7.82;
4. Perez Nunzia, nata a Napoli il 29/05/1961,
5. Savarese Salvatore, nato a Napoli il 30.11.1953;

(nella foto il luogo dell’agguato , Vico Nocelle a Materdei: nei riquadri da sinistra Salvatore Sequino, Nicola Sequino, Patrizio Castarella, Salvatore Esposito, Ciro Marfè)

 

 


Articolo pubblicato il giorno 18 Febbraio 2019 - 22:59

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