“La bidella ha ordini precisi affinché io non varchi la soglia per questioni di sicurezza. Prima mi impediscono di accompagnare mia figlia fino alla sua classe, come ho sempre fatto. Poi, mi proibiscono anche di entrare con l’auto nel piazzale davanti alle scale della scuola, dove c’è anche una rampa per i disabili”. Queste le parole di Angela Maria Sperandio, madre di Maria Chiara, una ragazzina affetta da grave disabilità che frequenta l’Istituto Aldo Moro di Vallo. La giovane mamma in una lettera aperta, come riporta Il Mattino, esterna la sua amarezza per quanto accade nella scuola frequentata da sua figlia: “Per accompagnarla – aggiunge – dobbiamo parcheggiare fuori, nei posti per i disabili davanti al palazzo dell’Asl, sempre occupati e con auto ferme in doppia, tripla fila. Parcheggiamo lontano o in divieto, camminiamo a piedi anche sotto pioggia, neve e freddo, fino alla porta della scuola, a che non possiamo oltrepassare. E noi, zitti”. E ancora: “Guardando l’orario delle lezioni, si scopre che quelle di educazione fisica motoria e musica sono state spostate nel pomeriggio, nel rientro che mia figlia non può fare, perché ha solo 22 ore di sostegno, che il dirigente dice di poter ridurre anche a diciassette, come la legge impone. Mia figlia quindi sarebbe quasi privilegiata”. “Ma dov’è l’umanità?”, si chiede la mamma. “Le regole vanno bene, ma serve comprensione – riflette – non hanno idea di quello che noi familiari dobbiamo affrontare ogni giorno. Maria Chiara non è un numero. È una bambina nata sana e colpita da un terribile malattia, che la rende prigioniera di un corpo che non funziona come dovrebbe. Lotta ogni giorno con dignità e determinazione”. Arriva prontamente la risposta di Francesca Serra, insegnante e Consigliere comunale di Vallo che replica: “Forniremo tutti i documenti che attestano la correttezza della scuola”. Pare però del tutto evidente che la mamma di Maria Chiara non ne abbia fatto una questione di correttezza ma di umanità.
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