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ESCLUSIVA. Carolei a Enzuccio D’Alessandro: ‘Quel Tommasino si va spacciando per amico di tuo fratello’. L’intercettazione choc a casa del boss

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Castellammare. Riemerge l’indagine per la morte dell’omicidio del consigliere comunale del Pd, Luigi Tommasino. E’ una intercettazione inserita nelle circa 1800 pagine del fascicolo ‘Tzunami’ che ha fatto luce su tutti gli affari del clan D’Alessandro degli ultimi 20 anni. E quella intercettazione, alla luce di quanto accaduto il 3 febbraio del 2009, giorno in cui Tommasino fu trucidato in Viale Europa, fornisce una chiave di lettura diversa su un possibile movente del delitto. Cosa che fino ad oggi nonostante i tre gradi di giudizio e le condanne dei killer, non è stato ancora trovato. L’intercettazione è stata registrata circa due anni prima di quell’omicidio eccellente, pochi giorni prima del Natale del 2007, nell’abitazione di Vincenzo D’Alessandro. C’è un summit, il gotha della cosca di Scanzano, parlano di appalti e di soldi. Tanti soldi. Vincenzo D’Alessandro parla con Renato Cavaliere (colui che materialmente uccise Tommasino due anni dopo e che si è pentito da qualche anno), Gennaro Pasqua, Nunzio Bellarosa, Giovanni Somma, Sebastiano Giordano e Paolo Carolei. E’ proprio ‘Pauluccio’ che chiede conto a Enzuccio D’Alessandro di un fatto strano. Menziona un consigliere comunale, tale Tommasino. Il politico – riferisce Carolei a D’Alessandro – quando ci sono gare d’appalto in vista si presenta come un ‘amico’ di Pasquale suo fratello.
E’ Carolei che introduce l’argomento mentre il ‘direttorio’ del clan parla di estorsioni, spartizioni e soldi.
“Ha preso quattro denunce, per estorsione, e una inc. una di quelle quattro, inc … quattro o cinque di loro di loro a Ciccio” dice ‘Pauluccio’ parlando agli altri sodali di una persona non meglio identificata e poi aggiunge: “Questo a … (inc.) che ha fatto, ce la mise 900.000 euro (gliela valutò) tramite di Tommasino il politico di Castellammare, quello che si va spacciando, Mimì è tuo fratello Pasqualino, il nome di tuo fratello Pasqualino, per tutte le parti, Tommasino, Tommasino proprio lo chiamano”. Secondo Carolei, Tommasino si vanta in giro di essere amico di Pasquale D’Alessandro, fratello di Vincenzo. Ma è proprio quest’ultimo a mostrare stupore, sembra non conoscere neppure il cognome del consigliere comunale: “Il cognome è quello là?”. “Il cognome? Tommasino” risponde Carolei e poi spiega: “Per esempio la gara d’appalto? Dice: “no noi con i D’Alessandro sto … inc … con Pasqualino e (inc.) dammi 100.000 euro a me li mando sopra Scanzano e risolviamo il problema. Perchè Pazziella  inc. Pasqualino. inc. è. io lo so bene che non è così …. inc… da Giordano”. Il gruppo, pare metta al corrente Vincenzo D’Alessandro di quello che è accaduto nell’ultimo periodo. Sebastiano Giordano interviene nella discussione: “Tuo fratello mi chiamò pure disse vediamo là, dissi Pasqualino io sto stretto (inc)”. Vincenzo D’Alessandro pare non conoscere alcuni particolari: “lo adesso tante cose… si, si, no .. (inc.) … è perché mi fido di te, hai capito cos’è?”. Nell’ultimo passaggio della conversazione riportato nell’inchiesta Tzunami, Carolei parla ancora di affari e di estorsioni, come se stesse mettendo al corrente Vincenzo D’Alessandro di quello che il gruppo ha fatto: “Siamo compagni è normale siamo cresciuti con lui e gli dobbiamo dare inc. il discorso è che siamo andati sotto a questo (inc.) togliendo la concessione e levandogli la proprietà inc. comunque sopra la proprietà da seicentocinquanta lui, un milione e trecentomila euro inc… fare mutuo e tutto il casino (inc.) però dietro sono stati manovrati diciamo (inc.) che succede adesso (inc.) forse riusciamo a piazzare un’altra volta l’intervento di Milante inc. questo e quell’altro (inc.) chiudiamo la concessione (inc.) per mezzo mio, per il fatto dei mezzi sequestrati, macchine demolite ecc.”.
Questa conversazione in cui due anni prima dell’omicidio di Luigi Tommasino, i ras di Scanzano, paventano le ‘millanterie’ del politico che si sarebbe presentato come ‘amico’ di Pasquale D’Alessandro della cosca non è stata una pista esplorata dagli inquirenti nel corso del processo per il delitto del politico.

 Rosaria Federico

(nella foto il luogo dell’omicidio di Gino Tommasino, il primi a sinistra nei riquadri e a seguire i boss Paolo Carolei ed Enzo D’Alessandro)


Articolo pubblicato il giorno 17 Febbraio 2019 - 23:54

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