Ha speronato l’automobile della ex e le ha dato fuoco. La scena dell’orrore è avvenuta nel parcheggio dell’area commerciale di Vercelli, in zona Carrefour e Oviesse. Le condizioni della donna, sulla quarantina, sono gravi: ha ustioni sul 45% del corpo ed è in prognosi riservata. Si stava recando al lavoro quando è stata aggredita. L’uomo, di una decina di anni più grande, è stato arrestato dai carabinieri. Il pubblico ministero Davide Pretti lo ha interrogato in caserma. Gli investigatori sperano di ricostruire il mosaico del terribile agguato attraverso le dichiarazioni dei testimoni e l’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza. Secondo la prima ricostruzione, la 40enne è stata costretta a fermarsi nel parcheggio: l’uomo avrebbe curato i suoi spostamenti, sino ad andarle addosso con la macchina. La donna è scesa dall’auto e i due hanno iniziato a litigare. Lui l’ha picchiata, poi le ha gettato addosso del liquido infiammabile, ha cosparso l’abitacolo con la benzina e ha appiccato le fiamme. Alla scena hanno assistito dei passanti che sono riusciti a chiamare i soccorsi prima che fosse troppo tardi. Stando a quanto riferito dai carabinieri, i due, residenti del posto, avevano da tempo interrotto una relazione extraconiugale durata circa due anni. La donna, sposata e madre, aveva già denunciato l’ex amante per minacce e di recente nei confronti dello stalker era stato emesso un divieto di avvicinamento. Su Facebook la Asl di Vercelli, dove la vittima è ricoverata, ha postato un messaggio di vicinanza: “Le parole delle donne… quelle che non possono e non devono rimanere inascoltate. Le nostre parole che adesso sono tutte per lei perché possa vincere questa battaglia!”.Sul caso è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha chiesto al parlamento di approvare “il codice rosso per le denunce delle donne che si sentono minacciate o molestate”, augurandosi che “il responsabile paghi severamente e senza sconti con il massimo della pena”. Per la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, “le denunzie delle donne troppo spesso o vengono sottovalutate o restano seppellite”. La presidente dell’associazione Differenza donna, Elisa Ercoli, ha sottolineato come la signora, perseguitata, “aveva denunciato, aveva chiesto aiuto e non le hanno dato ascolto”. Non una di meno ha ribadito l’esigenza “della piena attuazione dei principi della Convenzione di Istanbul” dopo “l’ennesimo tentato femminicidio legato a dinamiche di dominio e di possesso, frutto anche di denunce e appelli che rimangono inascoltati o sottovalutati”.
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