Sara’ ascoltato nelle prossime settimane nel processo bis in corte d’assise il generale dei carabinieri Alessandro Casarsa, fino a un mese fa capo dei corazzieri in servizio al Quirinale, indagato dalla procura di Roma per falso in atto pubblico assieme ad altri ufficiali e sottufficiali dell’Arma per gli illeciti legati a due relazioni di servizio relative a Stefano Cucchi, il geometra di 32 anni che venne arrestato per droga la sera del 15 ottobre del 2009 e che mori’ sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini. Casarsa, entrato nell’inchiesta bis condotta dal pm Giovanni Musaro’ perche’ all’epoca dei fatti era il comandante del Gruppo Roma con il grado di colonnello, ha negato al pm, in un interrogatorio di una decina di giorni fa, di aver fatto in modo che si alterasse il contenuto quelle annotazioni di servizio. A citare il generale nel processo che attualmente vede imputati cinque militari, con le accuse di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia, e’ stato un difensore di parte offesa in rappresentanza di uno dei tre agenti di polizia penitenziaria, inizialmente finiti sul banco degli imputati per il caso Cucchi e usciti assolti in tutti i gradi di giudizio.
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