Perugia, Torre Annunziata, Frosinone: sono queste le tre procure per le quali Raffaele Cantone è disposto a lasciare – dopo 5 anni – l’Anac. Un incarico che avrebbe come scadenza naturale aprile del 2020, ma Cantone ha presentato tre domande per concorrere ad altrettanti posti di procuratore capo per ritornare ad indossare la toga. Dietro la scelta pare non ci siano motivi politici, fu proposto all’anas, dall’allora premier Matteo Renzi e nominato all’unanimità dal Parlamento. “I rapporti con il governo sono buoni, sono rapporti istituzionalmente corretti. Siamo stati critici anche con il precedente governo quando era necessario” aveva detto qualche mese fa il magistrato. Ma le frizioni non sono mancate soprattutto per l’intenzione del Governo di eliminare il codice sugli appalti, ma anche per la nuova norma che ha consentito di fare affidamenti diretti fino a centocinquanta mila euro sempre in materia di appalti definita ‘pericolosa’ da Cantone. Il magistrato non ha puntato su grandi procure (si sono chiusi nei giorni scorsi i termini per le domande per l’incarico di procuratore di Roma e Torino) il giudice napoletano che ha a lungo combattuto la camorra, occupandosi in particolare del clan dei Casalesi e riuscendo a ottenere la condanna di boss del calibro di Francesco Schiavone, detto Sandokan, e Francesco Bidognetti – ha scelto tre medio-piccolo uffici requirenti: Perugia, Torre Annunziata e Frosinone. I tempi per le decisioni del Csm non saranno brevi, per la procura di Perugia, per esempio, dove oltre a Cantone ci sono altri 19 candidati (tra gli altri il capo della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli, il procuratore di Spoleto Alessandro Cannevale, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi e il pm napoletano Catello Maresca) bisognerà attendere almeno 2-3 mesi.
Articolo pubblicato il giorno 5 Febbraio 2019 - 20:44