Il boss considerato dagli inquirenti egemone del clan Belforte, Giovanni Capone, gestiva tutte le ingerenze dell’organizzazione criminale nel voto delle regionali 2015 a Caserta dal carcere, attraverso ‘pizzini’. Secondo le risultanze dell’inchiesta della Dda di Napoli, che ha portato oggi all’esecuzione di 19 misure cautelari, con quel metodo Capone dava istruzioni al fratello Agostino, diventato il reggente del clan mentre lui era in carcere, su come gestire il racket delle affissioni e la compravendita di voti ai candidati.
Articolo pubblicato il giorno 5 Febbraio 2019 - 14:40