“…faccio presente che proprio per lo sconfinamento fatto da Totore Esposito che era andato a riscuotere una tangente dai parcheggiatori abusivi dietro al teatro Bellini, zona di competenza del clan Lepre, fu la causa della sua uccisione. Totore Esposito, in realtà, una volta fuoriuscito dal clan Lepre, ha iniziato a gestire le attività illecite nella zona del Cavone di piazza Dante ed a un certo punto si è alleato con Totore Sequino con quale divideva la metà dei suoi proventi illeciti…”. A spiegare il movente e i mandanti del clamoroso agguato del 3 agosto del 2016 in vico Nocelle a Materdei è stato il pentito Rosario De Stefano, uomo del rione Sanità legato a doppio filo al clan Lo Russo di Miano. Nell’agguato rimasero uccisi il ras emergente Salvatore Esposito detto ‘sandokan’, Ciro Marfè uomo dei Sequino e ferito Pasquale Amodio elemento apicale dello stesso clan (da ieri in carcere). Dopo quello agguato tuto è cambiato nel rione Sanità. Lo scenario criminale ha avuto dei mutamenti improvvisi e si è scatenata una interminabile faida tra i Vastarella autori del ‘tradimento’ e i Sequino i ‘traditi’. Nell’ordinanza composta da 514 pagine firmata dal gip Emilia Di Palma e che ieri ha portato all’arresto die 29 persone dei gruppi criminali coinvolti nella nuova faida del rione Sanità viene raccontato tutto lo scenario e i protagonisti di questo scontro. Una data spartiacque è rappresentata senza dubbio dal 3 agosto 2016 tanto è vero che dopo quella data i due fratelli Salvatore e Nicola Sequino, sebbene in carcere continuavano a impartire ordine e giurano vendetta nei confronti dei Vastarella. Emblematica a tal proposito è la conversazione intercettata nel carcere di Vibo Valentia il 10 agosto del 2016 (quindi sei giorni dopo l’agguato) tra il boss Salvatore Sequino che era detenuto, la moglie Sonia Esposito (da ieri agli arresti domiciliari), il cognato Silvestro Pellecchia e il nipote Giovanni Sequino (entrambi in carcere da ieri) mostrando forte risentimento nei confronti di Patrizio Vastarella dice: “…quello ha le corna è un infame e gli deve uscire il fegato da bocca perché se Gesù Cristo mi da la fortuna di uscire da qua dentro devo andare la dentro e lo devo pisciare nelle Fontanelle sei un fallito e sei un uomo di merda e tieni anche le corna…”.
Secondo il boss detenuto quell’agguato non doveva essere commesso perché Salvatore, ossia Esposito ‘Sandokan’, era un loro compagno ed inoltre, quando si erano avveduti della presenza di Pasquale e Ciro, ossia Pasquale Amodio e Ciro Marfè, Patrizio Vastarella, avrebbe dovuto annullare l’azione delittuosa; visto che ciò non era accaduto ne avrebbe subito le conseguenze “….perché è lui è lui, era una cosa di Totore, non lo dovevi fare perché sono anche compagni a noi, è uno, secondo quando hai visto che è venuto Pasquale e Ciro gli dovevi dire che non dovevano fare nulla, avete fatto? E adesso ti devi prendere le conseguenze…”. Il pentito Rosario De Stefano ha spiegato nei dettagli (contenuti nell’ordinanza con una serie di omissis)cosa sarebbe accaduto: Ecco il suo racconto:
“…Totore Esposito era il reggente, per conto dei Sequino della Sanità, del clan del Cavone di Piazza Dante; so per certo che Totore Esposito entrò in contrasto con il clan della zona di Piazza Mazzini,… omissis… ebbene, Totore Esposito …omissis….era entrato in contrasto con i menzionati soggetti di piazza Mazzini per la divisione del territorio dove venivano compiute le estorsioni ai parcheggiatori nei pressi di piazza Bellini. Su tale circostanza posso riferire nel dettaglio dal momento che io ho fatto il “doppio gioco” da una parte per conto di Totore Esposito e dall’altra di omissis e gli altri, nel senso che Totore Esposito mi diede un telefonino bianco a sua volta datogli da Giovanni Sequino con una scheda dedicata e mi chiese di fare da specchiettista volendo uccidere i componenti del gruppo di Piazza Mazzini (promettendomi in cambio 3000 euro e diverse dosi di cocaina) e dall’altra il omissis e gli altri (ai quali io andai a riferire che Totore Esposito li voleva ammazzare) mi chiesero a loro volta di “filargli” Totore Esposito consentendogli di ammazzarlo a loro volta. Preciso che io, avendo paura, non ho filato né l’uno né l’altro ed anzi ho riferito tutto confidenzialmente alla Squadra Mobile, nel senso che sono andato in Questura alla Squadra antirapina e poi alla Squadra omicidi dove ho raccontato tutto consegnando anche nelle mani del personale della Squadra omicidi il menzionato telefonino bianco che mi era stato dato dal Totore Esposito che poi mi fu restituito.
Sempre nel contesto di questo contrasto apertosi tra Totore Esposito (referente dei Sequino) da una parte e il clan di Piazza Mazzini dall’altra, so per certo che ad un certo punto fu interpellato come garante e come paciere Patrizio Vastarella, che poi è quello che si è venduto Totore Esposito; nel dettaglio fu chiesto a Vastarella Patrizio di presenziare ad una riunione che si tenne a vico Nocelle dove parteciparono Patrizio Vastarella, Antonio Vastarella, il figlio di Lelluccio o Femminiell chiamato Tony o Tommy, Fabio Vastarella e Maicol o nir, Totore Esposito, Genny o Cecato, Pasquale Amodio, o chiattone (che poi è morto con Totore Esposito), o Barone e tale Milk; tale riunione si tenne a casa di uno che si chiama o scognato, luogotenente di un clan del Vomero… omissis…
dopo l’omicidio di Totore Esposito compiuto, come ho detto, grazie a Patrizio Vastarella si è creato una alleanza, capeggiata dai Vastarella, che comprende (oltre ai Vastarella) i “ragazzi di piazza Mazzini” – e cioè omissis e gli altri e un gruppo del Vomero (al riguardo sottolineo che la riunione che ha preceduto l’omicidio di Totore Esposito si è svolta a casa dello scognato che è un esponente del clan del Vomero)….
Totore Esposito aveva regalato 7/8 pistole, qualche fucile a pompa e qualche AK 47 e qualche giubbotto antiproiettile a Salvatore Sequino prima che venisse arrestato, penso nel 2015; queste informazioni mi furono fornite da Totore Esposito col quale avevo ottimi rapporti; con lui sono anche andato in Spagna unitamente ad Enzo Criscuolo e Gennaro detto “palli palli”, dove avremmo dovuto commettere dei reati che non riuscimmo a portare a termine perché appena arrivati al porto di Barcellona la Guardia Civile ci sequestrò l’autovettura ed arrestò Gennaro “palli palli” perché era in possesso di documenti falsi…”.
Rosaria Federico
1 continua
(nella foto da sinistra in alto Salvatore Sequino, Nicola Sequino, Gianni Gianni Sequino, Silvestro Pellecchia, Patrizio Vastarella, Salvatore Esposito, Ciro Marfè, Pasquale Amodio)
Articolo pubblicato il giorno 19 Febbraio 2019 - 16:37